Durante gli anni dell'università inizia a lavorare presso una testata locale continuando l'attività giornalistica in ambito musicale e sportivo come freelance.
Iscritta all'ordine dal 2007 crea il progetto AMA music per dar voce alle realtà locali o parlare dei grandi nomi con il gusto e l'approfondimento che difficilmente si trovano nel web.
Teatro Immediato. Via Gobetti, 29. Pescara.
Sabato 7 gennaio 2012. ore 21.
Ilaria Cappelluti. voce recitante.
Carmine Ianieri. sassofoni.
Marco Di Battista. pianoforte.
Edmondo Di Giovannantonio. contrabbasso.
Bruno Marcozzi. batteria.
Sabato 7 gennaio 2012, alle 21, Note Immediate presenta Storie di jazz in custodia di Sax, interpretato da Ilaria Cappelluti, voce recitante, e dal Carmine Ianieri Quartet, composto da Carmine Ianieri ai sassofoni, Marco Di Battista al pianoforte, Edmondo Di Giovannantonio al contrabbasso e Bruno Marcozzi alla batteria. Lo spettacolo si svolge al Teatro Immediato - in via Gobetti, 29 – e il costo del biglietto di ingresso è di 10€.
Storie di Jazz in custodia di sax nasce da un'idea di Carmine Ianieri, e conduce gli spettatori alla scoperta delle evoluzioni della musica jazz, dei suoi strumenti e dei suoi personaggi più importanti. Il percorso è formato da parole e musica, in una esposizione che unisce le motivazioni storiche ed estetiche e l'esecuzione dei brani più importanti del periodo preso in esame.
Storie di jazz in custodia di Sax è il terzo appuntamento di Note Immediate, rassegna che si articola in quattro appurntamenti tra jazz e racconto presentati dal Teatro Immediato. Quattro incontri tra arti diverse: musica del vivo e suggestione del racconto, la musica unita alla narrazione, pretesto ed supporto per una esplorazione di linguaggi dalle espressioni differenti, fusi in modo armonico dal comune denominatore di unicità, bellezza ed emozione.
Teatro Immediato.
Pescara. Via Piero Gobetti, 29.
Informazioni e prenotazioni. 085.4222808; 333.6530249
e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.
web: www.teatroimmediato.it
Note Immediate. Programma.
30 ottobre 2011.
Gershwin: un dilettante di genio.
Con Marco Patricelli, Marco Di Battista, Giorgio Pelagatti.
19 novembre 2011.
Le rotte della musica.
da un'idea di Fabio Ciminiera.
7 gennaio 2012.
Storie di jazz in custodia di Sax.
da un’idea di Carmine Ianieri. voce recitante: Ilaria Cappelluti.
17 marzo 2012
Tracce di cera – la storia del disco nel jazz.
da un'idea di Marco Di Battista.
PROGRAMMA 2012
Domenica 15 gennaio 2012 – ore 11
PHAROAH & THE UNDERGROUND
São Paulo & Chicago Underground
featuring PHAROAH SANDERS
PRIMA EUROPEA
Pharoah Sanders, sassofoni soprano e tenore
Rob Mazurek, cornetta, live electronics
Guilherme Granado, tastiere, live electronics, vibrafono, marimba
Mauricio Takara, percussioni, cavaquinho, live electronics
Matthew Lux, basso elettrico
Chad Taylor, batteria
Il sassofonista Pharoah Sanders, fra i principali eredi di John Coltrane, torna dopo molti anni a Milano in una formazione assolutamente originale e che include membri di gruppi particolarmente creativi e innovativi come Chicago Underground (il trombettista e cornettista Rob Mazurek, il batterista Chad Taylor) e São Paulo Underground: jazz modale, influenze afrobrasiliane, be bop, neo bop ed elettronica si incontrano per dare vita ad un quadro sonoro affascinante, contro il quale si staglia l'inconfondibile suono e l'ardente lirismo di Sanders. Un evento poetico quanto inconsueto sino ad oggi realizzatosi una volta sola, in Brasile.
www.pharoahsanders.net
www.robmazurek.com
Domenica 22 gennaio 2012 – ore 11
MICHAEL BLAKE & KINGDOM OF CHAMPA
PRIMA EUROPEA
Billy Martin, batteria e percussioni
Hamid Drake, batteria e percussioni
Bryan Carrott, vibrafono
Tony Scherr, contrabbasso e basso elettrico
Rufus Cappadocia, violoncello
David Tronzo, chitarra elettrica
Steven Bernstein, tromba
Marcus Rojas, tuba
Nicole Mitchell, flauti
Michael Blake, sassofono tenore
Il tenorista Michael Blake, ben noto anche per le sue collaborazioni con Ben Allison, Enrico Rava e i Lounge Lizards, presenta un'appassionante lettura di un viaggio, musicale e culturale, da lui compiuto in Vietnam dopo la fine delle guerra con gli Stati Uniti. Le affascinanti e incantatorie melodie di una tradizione antichissima vengono reinventate e reinterpretate da un gruppo musicale che comprende artisti di eccezionale rilievo come il batterista Hamid Drake, il vibrafonista Bryan Carrott, la flautista Nicole Mitchell, il trombettista Steven Bernstein, il chitarrista David Tronzo e altri ancora.
www.michaelblake.net
Domenica 29 gennaio 2012 – ore 11
JAMES BLOOD ULMER, DAVID MURRAY&
THE BLUES ORCHESTRA
Blood Singin' and Stompin' The Blues
PRIMA ITALIANA
David Murray, sassofono tenore
James Blood Ulmer, chitarra elettrica solista
Jaleel Shaw, sassofono tenore
James Stewart, sassofono tenore
Lakecia Benjiman, sassofono contralto
Jay Rodriguez, sassofono contralto
Alex Harding, sassofono baritono
Dion Tucker, trombone
Terri Greene, trombone
Craig Harris, trombone
Ravi Best, tromba
Shareef Clayton, tromba
Omar Kabir, tromba
Mingus Murray, chitarra elettrica
Steve Colson, pianoforte
Jaribu Shahid, contrabbasso
Chris Beck, batteria
Ritorna a Milano uno dei protagonisti della musica improvvisata dei nostri giorni, il sassofonista David Murray, questa volta a capo di un'eccezionale big band formata dai più importanti musicisti di New York. Di notevole rilievo anche l'ospite della formazione, il chitarrista James Blood Ulmer, discepolo di Ornette Coleman, fra i massimi interpreti blues viventi. E proprio al blues, alle sue tradizioni e alla sua duratura attualità, è dedicato l'evento, che affronterà sia classici della musica tradizionale afroamericana che alcune intense pagine realizzate da Murray e dallo stessso Ulmer.
www.jamesbloodulmer.com
www.myspace.com/davidmurraymusic
www.myspace.com/jamesbloodulmer
Domenica 5 febbraio 2012 – ore 11/b>
WILLIAM PARKER ORCHESTRA
special Guest KIDD JORDAN
The Essence of Ellington
PRIMA DATA ITALIANA
William Parker, contrabbasso, direzione, arrangiamenti
Ernie Odoom, voce
Roy Campbell, tromba, flicorno
Matt Lavelle, tromba
Darryl Foster, sassofoni soprano e tenore
Rob Brown, sassofono contralto
Darius Jones, sassofono contralto
Sabir Mateen, clarinetto, sassofono tenore
Kidd Jordan, sassofono tenore
Dave Sewelson, sassofono baritono
Willie Applewhite, trombone
Steve Swell, trombone
Dave Burrell, pianoforte
Hamid Drake, batteria
Ritorna a Milano il grande innovatore e contrabbassista William Parker a capo di una big band di altissimo livello, per un tributo a uno dei più grandi compositori del Novecento, Duke Ellington. Composizioni ellingtoniane che hanno fatto la storia della musica verranno rilette da uno stuolo di eccellenti musicisti, come il tenorista Kidd Jordan (uno dei patriarchi della musica di New Orleans), i trombettisti Lewis Barnes e Roy Campbell, il pianista Dave Burrell, il batterista Hamid Drake.
www.williamparker.net
Domenica 19 febbraio 2012 - ore 11
THE COOKERS
PRIMA DATA ITALIANA
Eddie Henderson, tromba
David Weiss, tromba
Craig Handy, sassofono contralto
Billy Harper, sassofono tenore
George Cables, pianoforte
Cecil McBee, contrabbasso
Billy Hart, batteria
Gruppo di all star che comprende alcuni dei più celebrati strumentisti del jazz dei nostri giorni, come il tenorista Billy Harper, il pianista George Cables, il contrabbassista Cecil McBee, il batterista Billy Hart, il trombettista Eddie Henderson, The Cookers rappresenta l'epitome dello hard bop e della sua fenomenale e mai superata modernità. Un'occasione per apprezzare il virtuosismo e la ricchezza creativa di un ensemble oggi insuperabile.
www.jazzlegacyproductions.com
Domenica 26 febbraio 2012 – ore 11
BILL CARROTHERS TRIO
Joy Spring
PRIMA DATA ITALIANA
Bill Carrothers, pianoforte
Drew Gress, contrabbasso
Bill Stewart, batteria
Bill Carrothers è oggi uno fra i pianisti più interessanti e creativi sulla scena internazionale. Accompagnato da uno straordinario contrabbassista come Drew Gress e da uno fra i più acclamati batteristi di oggi, l'eccezionale Bill Stewart, Carrothers rende omaggio ad un protagonista assoluto del jazz, il trombettista e compositore Clifford Brown, di cui verranno rilette alcune fra le sue pagine più note e appassionanti.
www.carrothers.com
Domenica 4 marzo 2012 – ore 11
LOUIS MOHOLO UNIT "SPECIAL EDITION"
Dedicated To The Blue Notes
PRIMA ASSOLUTA
Louis Moholo-Moholo, batteria, voce
Francine Luce, voce
Jason Yarde, sassofoni
Ntshuks Bonga, sassofoni
Alan Tomlinson, trombone
Henry Lowther, tromba
Alexander Hawkins, pianoforte
John Edwards, contrabbasso
Il gruppo dei Blue Notes, capitanato dal compianto trombettista Mongezi Feza, portò alla ribalta, negli anni Sessanta, il jazz sudafricano e i suoi migliori rappresentanti, come lo stesso Feza, come il sassofonista Dudu Pukwana, il contrabbassista Johnny Dyani, il pianista e band leader Chris McGregor, il batterista Louis Moholo, tutti trapiantatisi successivamente in Inghilterra, dove arricchirono straordinariamente la scena musicale locale. A distanza di quasi un cinquantennio, proprio Louis Moholo, l'unico sopravvissuto di quella straordinaria stagione creativa, rende un sentito omaggio a degli artisti che seppero creare un linguaggio originalissimo e trascinante, fondendo la tradizione sudafricana con l'arte musicale afroamericana. Moholo dirige un gruppo di grandi solisti della scena britannica, come il trombettista Henry Lowther, i sassofonisti Jason Yarde e Ntshuks Bonga, il pianista Alexander Hawkins, la cantante Francine Luce.
Domenica 11 marzo 2012 – ore 11
GIGI with MATERIAL
featuring BILL LASWELL
UNICA DATA ITALIANA
Ejigayehu "Gigi" Shibabaw, voce
Bill Laswell, basso elettrico
Abegas Shiota, tastiere
Dominic Kanza, chitarra elettrica
Hamid Drake, batteria
Ayib Dieng, percussioni
Steven Bernstein, tromba, tromba a coulisse
Peter Apfelbaum, sassofono tenore
Notevolissimo strumentista, creatore, compositore e produttore, il bassista Bill Laswell da molti anni s'è affermato sulla scena internazionale per la sua capacità di far convivere, in un unico, dirompente quadro musicale, le più varie estrazioni, tradizioni ed influenze. Capace di lavorare in ogni linguaggio musicale, dal jazz all'hip hop all'ambient, Laswell fa ritorno a Milano a capo del proprio gruppo, Material, che ospita improvvisatori di rango come il batterista Hamid Drake, il trombettista Steven Bernstein, il sassofonista Peter Apfelbaum e, soprattutto, l'eccezionale cantante etiope Gigi (Ejigayehu Shibabaw), vera e propria star della nuova musica popolare africana.
www.myspace.com/billlaswell
www.silent-watcher.net/billlaswell
Domenica 18 marzo 2012 – ore 11
ASIAN AMERICAN ORCHESTRA
India & Africa: A Tribute To John Coltrane!
PRIMA EUROPEA
Anthony Brown, batteria, percussioni, direzione
Henry Hung, tromba
Geechi Taylor, tromba
Mark Izu, contrabbasso, armonica cinese
Jim Norton, sassofoni, clarinetti
Asaru Koga, sassofoni, shakuhachi
Marcia Miget, sassofoni, flauto
Melecio Magdaluyo, sassofoni, flauto
Dave Martell, trombone basso
Cathleen Torres, corno francese
Wayne Wallace, trombone
Steve Oda, sarod
Frank Martin, pianoforte
Dana Pandey, tablas
Kenneth Nash, percussioni
Si presenta per la prima volta in Europa la pluripremiata (al suo attivo anche un Grammy) Asian American Orchestra. Guidata dal batterista Anthony Brown, l'Asian-American Orchestra, nata a San Francisco nel 1997, raccoglie musicisti americani e afroamericani di origine asiatica ed ha al suo attivo apprezzate collaborazioni con artisti quali il pianista Jon Jang e il compianto genio del sassofono soprano, Steve Lacy (con il quale l'Orchestra ha inciso uno straordinario tributo a Thelonious Monk). Formazione di eccellente livello strumentale, una fra le migliori e più stimolanti realtà creative americane, l'Asian-American Orchestra presenta un affascinante tributo alla musica di John Coltrane, con particolare attenzione alle influenze indiane, orientali e africane presenti nella sua musica (non a caso l'orchestra si presenta con un organico allargato, che comprende anche strumenti come lo shakuhachi, il sarod, le tabla).
Domenica 25 marzo 2012 – ore 11
ABRAHAM INC.
featuring DAVID KRAKAUER, FRED WESLEY & SOCALLED
Funk Meets Klezmer!
UNICA DATA ITALIANA
David Krakauer, clarinetto, voce
Michael Sarin, percussioni
Jerome Harris, basso elettrico
Sheryl Bailey, chitarra
Allen Watsky, chitarra elettrica
Socalled, sampler, fisarmonica, pianoforte, voce
C-Rayz Walz, rap
Fred Wesley, trombone
Brandon Wright, sassofono tenore
Freddie Hendrix, tromba
Lo strepitoso clarinettista David Krakauer, virtuoso apprezzato in tutto il mondo, unisce la sua arte a quella del trombonista Fred Wesley (una delle colonne dell'orchestra del Padre del Soul, James Brown) e del noto DJ SoCalled, per creare un'irresistibile ed esplosiva commistione fra funk e tradizione ebraica. Una miscela scatenata di ritmi su cui s'innervano le estatiche melodie ebraiche ed in cui anima e corpo si lasciano andare alla gioia della danza e della festa comunitaria. Accompagna Krakauer e i suoi compagni un gruppo di grande levatura, che comprende il rapper C-Rayz Walz, il bassista Jerome Harris (a lungo con Sonny Rollins) e il batterista Michael Sarin (già con Dave Douglas, Thomas Chapin, Ben Allison, Myra Melford).
www.davidkrakauer.com
www.funkyfredwesley.com
www.socalledmusic.com
Abbonamento n. 15 concerti €150
in vendita alla cassa del Teatro – 02 7636901
dal 20 giugno al 23 ottobre 2011
posti fissi e numerati
Prevendita
dal 24 ottobre 2011
Biglietto €12 + €1 prevendita
Ridotto giovani € 8 + prevendita
alla cassa del Teatro – 02 7636901
Numero Verde 800-914350
circuito Ticketone + Call Center 892.101
link www.aperitivoinconcerto.com
Info:
TEATRO MANZONI
Via Manzoni, 42
Milano – 02 7636901
www.aperitivoinconcerto.com
www.teatromanzoni.it
per ulteriori informazioni:
Viviana Allocchio
Iniziative Speciali Gruppo Fininvest
Teatro Manzoni
Via Manzoni, 42
20121 MILANO
tel.: 02 763690681/682
fax: 02 763690646
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ANNE DUCROS & GIUSEPPE EMMANUELE TRIOLuogo: Melo, Gallarate (MI)
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Anne Ducros - voce | Giuseppe Emmanuele - pianoforte | Yuri Goloubev - contrabbasso | Marco Castiglioni - batteria |
«La differenza tra un terrorista e una cantante di jazz bionda? Col terrorista si può negoziare» ironizza, ben consapevole del proprio temperamento, la parigina Anne Ducros; e i suoi scudieri, il trio capitanato dal Giuseppe Emmanuele, sembrano tutt’altro che infastiditi (fatta forse eccezione per Yuri Goloubev) da questa dittatura platinata, splendido sunto di fascino, umorismo, intraprendenza e mestiere.
Alvaro Belloni, cui si deve l’organizzazione della serata, ruba alla musica solo il tempo di un augurio di buone feste. Ecco quindi che all’intro di piano solo si affianca con discrezione il contrabbasso di Goloubev, subito seguito da Marco Castiglioni alla batteria: al suo ingresso il brano cambia tempo e prende il volo e il rituale giro di assoli sintonizza il pubblico sulle frequenze dell’ensemble prima che la vocalist salga sul palco.
Le prime note di Who Can I Turn To, così limpide e pertinenti, non lasciano dubbi: la cantante avvolta in pantaloni di pelle nera ha intenzione di stupire e lo fa fin dal primo brano dimostrando, oltretutto, una spiccata propensione all’improvvisazione e una totale padronanza dello scat.
Il successivo brano a firma Nat King Cole, The Very Thought Of You, è una ballata struggente ricamata su tutta l’estensione vocale della Ducros; stacco netto, ritmo incalzante e inserti latin per il pezzo che segue, inframezzato dall’assolo senza cordiera di Castiglioni. La vocalist ha ormai in pugno musicisti e spettatori, scherza con le prime file, gioca col sul suo italiano «scadente» (in realtà non lo è affatto) e chiede al barman, da brava francese, un bicchiere di vino rosso. Sceglie poi di aumentare il tempo di Just In Time (il momento, evidentemente, lo esige) e il brano decolla: stupendo il duetto scat-contrabbasso che termina solo quando, dagli occhi di lei, partono due scintille che attizzano pianoforte e batteria per il gran finale. Su Body and Soul il ritmo rallenta e Anne Ducros chiude a cappella per passare, accompagnata solo dal pianoforte, a Softly Softly as in a Morning Sunrise.
Dopo una breve pausa per «prendere da bere il più possibile e far entrare un po' di denaro nelle casse del club», consiglia la cantante, il concerto riparte sulle note di contrabbasso di Close Your Eyes, subito seguita dal lento Stairway To The Stars. L’introduzione di Footprints è di nuovo affidata a Goloubev, che lascerà la sua impronta sul brano con un assolo pressoché disarmante: senza trascurare nemmeno un millimetro della tastiera, il contrabbassista fa sfoggio di una tecnica davvero invidiabile.
Anne Ducros riprende in mano le redini dello spettacolo con The Shadow Of your Smile e, decisa ad iniziare accompagnata solo da Giuseppe Emmanuele, stronca l’iniziativa di Goloubev ammutolendolo con un cenno della mano. Nei suoi piani, l'ingresso di contrabbasso e batteria serve ad aumentare l’effetto d’insieme sulla seconda strofa; la scelta si rivelerà perfettamente azzeccata.
«Jazz e lingua francese: un matrimonio infelice» sentenzia con spirito la Ducros nell'introdurre l'ultimo brano in scaletta e accenna una strofa nella sua lingua madre facendo il verso ad Edith Piaff, «un po’ come il tedesco e la bossa nova» e intona per gioco qualche verso in lingua pseudo-teutonica su ritmo latino; quando poi fa sul serio, ecco Jaques Brel: Ne Me Quitte Pas.
Impossibile per la formazione sottrarsi al bis. La composizione prescelta è How Insensitive di Carlos Jobim e, mentre l’archetto fa vibrare le ultime note di contrabbasso, anche la serata scivola verso la fine, lasciando una traccia indimenticabile sul palco del Melo di Gallarate.
MARTEDI’ 13 DICEMBRE
Per la fine di questo 2011, la rassegna Jazz’Appeal di concerti jazz dal vivo presso l’Università del Melo, regala a tutti i suoi appassionati un appuntamento unico con un’ospite d’eccezione, martedì 13 dicembre alle ore 21.00 in Sala Planet, via Magenta 3 a Gallarate (VA). Non è sufficiente, infatti, affermare che Anne Ducros è la cantante Jazz che tutta Europa non osava più sperare, occorre insistere su un'evidenza: Anne Ducros è “la cosa più bella arrivata al jazz vocale internazionale da molto tempo”, questa l’impegnativa definizione di un autorevole critico del settore. Ad accompagnare la cantante francese in questa serata memorabile ci sarà il trio composto da Giuseppe Emmanuele al pianoforte, Yuri Goloubev al contrabbasso e Marco Castiglioni alla batteria.
L'Art Blackey Jazz Club di Busto Arsizio presenta
La serata sarà dedicata a Michel Petrucciani, pianista jazz francese tra i più apprezzati in America e nel mondo per la straordinaria tecnica, eleganza di esecuzione e la grande carica positiva che riusciva a comunicare attraverso le sue composizioni.
Con:
Tommaso Starace: sassofono
Michele Di Toro: pianoforte
Attilio Zanchi: contrabbasso
Tommy Bradascio: batteria
ROSA BRUNELLO QUINTETLuogo: Art Blakey Jazz Club, Busto Arszio (VA)
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Rosa Brunello - contrabbasso ! David Boato - tromba e flicorno | Piero Bittolo Bono - sax | Riccardi Chiarion - chitarra | Luca Colussi - batteria |
Se non proprio un filo conduttore, si può scorgere, nell’ultima serie di concerti dell’Art Blakey jazz Club di Busto Arsizio, una tendenza: dare sempre più spazio a formazioni capitanate dal gentil sesso. Alla grandiosa prova dei Gaia Cuatro, tracciata dall’archetto impetuoso di Aska Kaneko, è seguito il concerto del trio di Chihiro Yamanaka ed infine la prova di questo giovane quintetto voluto da Rosa Brunello, graziosa e tanace contrabbassita lagunare.
E’ sua la firma su quasi tutti i brani suonati nel corso della serata, che inizia appunto su un riff di contrabbasso, subito rimarcato dalla batteria nell’attesa che anche la chitarra si aggiungesse affinché il sax di Piero Bittolo Bono e la tromba di David Boato potessero spiaccare assieme il volo.
Stesso incipit per la seguente Viali in fiore: il contrabbasso scandisce un riff orecchiabile replicato dalla chitarra elettrica su cui sax e tromba entrano sinuosamente all’unisono. Cambio di tempo e ritmo per uno stacco swingante prima del ritorno al tema iniziale, da cui sfileranno gli assolo dei musicisti con un Bittolo Bono scatenato.
Spazzole e flicorno per la successiva ballata Sister 'n Lò, dedicata alla sorella nel giorno delle sue nozze, in cui trova spazio un assolo della Brunello prima che il sax si faccia carico della chiusura del brano. Decisamente più frenetica e articolata, Malasaña sembra evocare il vivace quartiere di Madrid da cui prende il nome, diventando quasi delirante nell’assolo finale del sax tenore in cui Bittolo Bono sembra fare il verso a John Zorn.
Al rientro in scena dopo la pausa il quintetto esegue il primo brano che non porta la firma della sua leader, ma di un altro Brunello, il padre di lei. David Boato abbandona la sordina utilizzata il Laguna per tema e assolo, eseguito con qualche esitazione, della successiva Camarones a la plancia.
Prima di chiudere il concerto Rosa Brunello dedica un brano alla danzatrice e scenografa Pina Bausch in nome di una sorta di sincretismo artistico da cui i musicisti a volte non possono prescindere.
Di questa giovane formazione, quello che salta subito all’occhio è la determinazione e l’entusiasmo e, in particolar modo per quanto riguarda l’autrice dei brani, una notevole propensione alla melodia che conferisce un’immediata orecchiabilità a molti dei brani proposti. D’altro canto si sente forse la mancanza durante l'esecuzione di "altruismo" e condivisione, nel senso che, troppo concentrati sui loro strumenti, complice probabilmente la mancanza d’esperienza, i musicisti riescono ancora a creare quell’atmosfera ludica e consapevole che riesce sempre ad appagare anche chi è in ascolto.
PFMLuogo: Phenomenon Music Club, Fontaneto d'Agogna (NO)
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L’incontro con Fabrizio De Andrè (da cui scaturì il celebre tour che tra il 1978 e il 1979 fece tappa in tutte le principali città italiane) è stata un’esperienza tra le più significative nella carriera artistica della PFM e, probabilmente, anche a livello umano ha lasciato il segno tra i componenti della storica band rock progressive, tanto che il pensiero di Franz Di Cioccio ad inizio concerto va proprio a lui: «Fabrizio ci ha fatto capire cos'è la poesia, e noi lo abbiamo aiutato ad acquisire la consapevolezza che la sua musica fosse meglio di quanto lui stesso credesse».
Prima che le note di basso inizino a scandire l’attacco di Come ti va, Di Cioccio termina le presentazione anticipando che il concerto avrà due anime: una più cantautoriale e una puramente progressive, cui appartiene lo zoccolo duro del loro repertorio.
Il salto d’ottava che richiede il brano d’apertura è superato senza esitazioni dal cantante-batterista della PFM e basta poco perché il suo carisma incontenibile, unito agli ottimi suoni e ad un’acustica in grado di valorizzarli, catturino la platea. Dallo stesso album di inizio anni ‘80 è tratta la successiva Quartiere 8 seguita da 46: l’assolo elettrico di Lucio “violino” Fabbri con distorsioni ed effetto wha-wha travolge il pubblico esaltato.
E’ quindi la volta di La Rivoluzione, brano balzellante estratto da Serendipity, che vede la collaborazione di Daniele Silvestri come autore del testo. Il passaggio ai tempi dispari di Traveler, puro progressive datato ‘77, segna uno stacco netto tra prima e seconda parte del concerto. «Non la suonavamo da chissà quanto tempo» spiega Di Cioccio e continua «E’ un pezzo corale, come in una partita ci calcio, la voce passa la palla al basso, che poi serve il violino che infine passa sulla fascia sinistra verso la chitarra».
Quando infine Di Cioccio siede alla batteria il sound della serata svolta decisamente (senza nulla togliere all’ottimo Roberto Gualdi): stacchi, controtempi e tom a profusione fanno scattare un’intesa viscerale tra i componenti della band che danno libero sfogo alla loro originaria estrazione prog.
Si cambia ancora genere con Suonare, suonare, impreziosita dall’assolo di basso di Patrick Djivas e cadenzata nel finale dai battiti di mani del pubblico. Seguono la terzinata Maestro della voce e Si può fare, mentre Di Cioccio, sempre più scatenato, corre per il palco, salta, brandisce il tamburello o estrae dai pantaloni una delle tante bacchette che ha infilate nella cintola per colpire il crash alle sue spalle. Franco Mussida, sotto tono per via di un malanno stagionale, inizia a mettere in guardia le prime file “Non ho voce. E vedrete quando dovrò cantare Impressioni di settembre”.
Ed infatti il brano-bandiera della Premiata Forneria Marconi, intonato a fatica dal chitarrista che cerca di sopperire al problema alle corde vocali alternano un recitativo al cantato, è eseguito in versione ridotta e troncato subito dopo l’assolo di tastiere di Gianluca Tagliavini. Il gran finale è affidato ad una versione estesa di Celebration con tanto di citazione, nel mezzo, di Volta la carta: il gioioso fraseggio di violino in stile Irish impone qualche passo di danza anche ai più riluttanti.
Non resta che completare la serata con uno spettacolare assolo a quattro mani di Gualdi-Di Cioccio che sembra divertire molto i due batteristi e, di riflesso, anche la platea ammirata. Come non esserlo, d'altra parte, di fronte a uno show di questo calibro, portato in uno sperduto paesino tra i colli novaresi con la stessa convinzione, professionalità e partecipazione di quando Di Cioccio e soci spopolavano guadagnandosi il titolo di rock band italiana di maggior successo nel mondo.
Direttamente da quella fucina di talenti artistici che è Los Angeles, giunge quella che potrebbe rivelarsi un’autentica next big thing.
Loro si chiamano Vintage Trouble e - benchè al debutto con questa sigla – sono un gruppo di veterani che da anni distribuisce scosse d’adrenalina in lungo ed in largo per la costa occidentale degli USA.
Ty Taylor (voce), Nalle Colt (chitarra), Rick Barrio Dill (basso) e Richard Danielson (batteria) sono i quattro volti di questa piccola rivoluzione artistica.
NICOLA MINGOwww.myspace.com/nicolamingo Luogo: Blue Note, Milano
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Nicola Mingo - chitarra | Roberto Tarenzi - pianoforte | Giorgio Rosciglione - contrabbasso Gegè Munari - batteria |
Nicola Mingo approda al Blue Note di Milano per mettere in scena il suo ultimo lavoro: We Remember Clifford è un tributo al Clifford Brown in cui composizioni originali si alternano a brani rivisitati del celebre trombettista hard bop.
L’apertura della serata è affidata agli accordi iniziali di Brown’s Blues, brano a firma Mingo, eseguiti sulla sei corde dall’autore: classico minor blues in puro stile hard bop, ci fornisce il primo assaggio del tocco dell’ensemble attraverso gli assolo di chitarra, piano e contrabbasso; stessa sequenza per la successiva Daahoud, la cui esecuzione risulta però sporcata da un paio di corde calanti della chitarra.
La ritrovata accordatura coincide con lo scoccare dell’interplay nell’esecuzione di Sandu: l’intesa diventa tangibile nel dialogo tra chitarra e batteria, che chiude il pezzo con i tre spericolati stop and go. Si approda quindi al ritmo incalzante della title track di album e concerto, We Remember Clifford, in cui il giovane Roberto Tarenzi non risparmia nemmeno un’ottava durante il raffinato assolo che merita l’inchino di Nicola Mingo; dopo il breve solo di Giorgio Rosciglione bastano pochi attenti accordi di pianoforte per rincondurre il quartetto verso il finale in cui i musicisti giocano con false chiusure fino a quella definitiva.
Gli animi si placano con la seguente ballata inedita composta da Clifford Brown per la moglie, La Rue, ma basta poco perchè Gegè Munari faccia ritornare alti i livelli di adrenalina sul palco e tra il pubblico grazie ad uno scoppiettante assolo in The Blues Walk, mentre Rosciglione, forse memore dei suoi trascorsi nelle orchestre di Rota e Morricone, come un regista esperto dirige con sobria autorità l’evolversi dell’esecuzione.
Un’originale sovrapposizione tra il tema di Poinciana e Joice Spring (Brown) precede il brano scelto per la chiusura, Narona (Mingo), ma il quartetto non può abbandonare il palco prima di concedere al pubblico il rituale bis richiesto a gran voce da tutto il locale. Il pezzo designato per il rientro in scena è Cherokee, standard firmato da Ray Noble su cui Gegè Munari a briglia sciolta sfodera tutto il suo temperamento partenopeo per terminare in bellezza la serata: dopo aver misurato con le bacchette ogni componente della sua batteria, si alza in piedi e continua il suo assolo strabordante percuotendo il leggio ed infine le corde del contrabbasso per dare vita, con la complicità di Rosciglione, ad un siparietto che strappa al pubblico un sorriso e l’ultimo applauso scrosciante.
I ringraziamenti finali vanno al produttore Franco Galliano che, dice Mingo «Ha reso possibile la realizzazione di questo lavoro» e ad una vecchia conoscenza dei tempi della naja che Giorgio Rosciglione, a distanza di cinquant'anni, ha avuto modo di ritrovare proprio tra i tavoli del Blue Note: a riprova del fatto che il jazz sa creare legami indelebili che non conoscono limiti di spazio e tempo.
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FEATURING: Antonio Faraò Marco Panascia Tommy Campbell |
Sabato 10 dicembre dalle ore 21 al Palazzetto dello Sport di Castelletto Ticino si terrà il concerto "UN BLUES PER GENOVA" organizzato dalla Associazione Amenoblues col Comune di Castelletto e il patrocinio della Provincia di Novara. L'incasso sarà devoluto alla Cooperativa Gulliver di Rocchetta Vara che gestisce due case alloggio per adolescenti con handicap sociale gravemente danneggiate dalla recente alluvione.
Al concerto hanno aderito a titolo gratuito molti personaggi del mondo del blues italiano e non solo: Paolo Bonfanti, Sugar Blue ( armonicista di Chicago ), Bat Battiston ( Svizzera ), Tino Cappelletti, Mauro Ferrarese & Alessandra Cecala ( Red Wine Serenaders ), Maurizio Glielmo ( Gnola Blues band ), Ilaria Lantieri, Lorena Gioia, Amanda & la Banda, Locomotion Band, BrainVox, Fabio Marza, Bluez Meg.
E' anche possibile sostenere la Coop Sociale Gulliver facendo un bonifico con la vostra eventuale offerta libera a questo IBAN: IT30X0617549720000000546980
Trattandosi di Ente no profit, la somma è deducibile dalla dichiarazione dei redditi conservando la ricevuta del bonifico. Grazie ancora a tutti del vostro interessamento.
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