Durante gli anni dell'università inizia a lavorare presso una testata locale continuando l'attività giornalistica in ambito musicale e sportivo come freelance.
Iscritta all'ordine dal 2007 crea il progetto AMA music per dar voce alle realtà locali o parlare dei grandi nomi con il gusto e l'approfondimento che difficilmente si trovano nel web.
10 giorni e 10 notti di festa, migliaia di spettatori attesi, circa 200 concerti che si tengono su sei palchi in riva al lago e in vari punti del centro storico. Ascona non è solo uno dei principali eventi mondiali dedicati al jazz classico e al New Orleans Beat, ma anche un festival di qualità, unico nel suo genere, che attira appassionati ed addetti ai lavori da tutta Europa. Il suo programma originale - quest’anno ampiamente dedicato alle donne nel jazz – include eventi speciali, nomi affermati, giovani emergenti e musica ad alto contenuto spettacolare che spazia dal New Orleans allo swing, dal blues al gospel, dall’R&B al funk. E tutto ciò in una location di rara bellezza e in una dimensione dove il contatto umano – in primis con gli stessi musicisti - è ancora possibile. Bisogna insomma aver vissuto almeno una volta nella vita la magia di una serata a JazzAscona.
Per maggiori informazioni:
www.jazzascona.ch
Dal 14 al 20 maggio il jazz invade le strade e i locali del Quartiere Isola di Milano con numerosi concerti, mostre e laboratori per i più piccoli. Anche la precedente edizione, tenutasi in luoghi diversi del Quartiere Isola nel maggio 2011, ha confermato AH-UM Milano Jazz Festival come una delle più importanti iniziative dedicate al jazz nazionale. Il festival è organizzato dall'Associazione Culturale Colettivo Jam, attraverso una messa in opera di una ricca rete di scambi, collaborazioni e sinergie tra realtà istituzionali (associazioni di quartiere), culturali (gallerie d'arte, spazi polifunzionali) e commerciali (locali per pubblico spettacolo, pub, negozi, artigiani) al fine di creare un momento spettacolare e ricreativo di alto profilo e di ampio respiro.
Per ulteriori informazioni
www.ahumjazzfestival.com
batterie
Questo duo di batterie nasce dall'incontro di due fra massimi esponenti della batteria rock e jazz italiana, dalla stima reciproca e dalla voglia di suonare insieme abbattendo le classiche distinzioni tra rock e jazz. Il concerto diventa anche un seminario che illustrerà una veloce retrospettiva storica per riuscire a riconoscere la matrice comune dei due principali linguaggi popolari moderni.
Una occasione da non perdere per vedere da vicino due monumenti dello strumento.
L'esibizione è fortemente raccomandata anche agli studenti dello strumento. Una serata da condividere anche con l'intera famiglia, genitori e figli.
* ELLADE BANDINI una cultura totale fatta di musica, vita vissuta e di infiniti concerti... ha calcato i palcoscenici di tutto il mondo, affrontando ogni genere musicale, con Paolo Conte, Guccini, Capossela, Mina, Celentano, Zucchero, Eros Ramazzotti... STEFANO BAGNOLI, celebre jazzista, farà valere la sua fama di indiscusso maestro delle spazzole, tanto da guadagnarsi il soprannome di "Brush Man".
Tra le sue collaborazioni citiamo Clark Terry, Cedar Walton, Chico Buarque, Chucho Valdes, Bob Mintzer, Tom Harrell, Dado Moroni, Riccardo Fioravanti, Paolo Fresu, "Devil" Quartet, Francesco Cafiso Quartet...
Venerdì 27 ore 21.00
presso
CIRCOLO ARCI di GORLA MAGGIORE
via Roma 14 . tel 0331618407
23 Aprile 2012 - Ore 20.30
Teatro del Gatto, Via Muraccio 21, Ascona
Dal nostro inviato Marco Valugani un speciale Live Report su Stacey Kent > LEGGI
Con una decina di album al suo attivo (di cui due certificati disco d’oro in Francia), una nomination nel 2009 ai Grammy Awards e una media di oltre 250 concerti annui, Stacey Kent è una delle cantanti jazz del momento. “Raconte moi”, il suo ultimo album cantato in francese, è stato distribuito in 38 paesi. Americana trapiantata in Inghilterra con la passione per la lingua francese, Stacey Kent approderà al Jazz Cat con la sua musica ottimista e romantica e il suo nutrito repertorio di standard, fra un concerto all’Olympia di Parigi e un appuntamento al Birdland di New York. Un appuntamento di grande prestigio e assolutamente da non perdere.
Stacey Kent – voce
Jim Tomlinson - sax
Graham Harvey – piano
Jeremy Brown – contrabbasso
Matt Skelton – batteria
Info e prenotazioni
Tel +41 91 785 19 51
www.jazzcatclub.ch
|
CARMENMusica: George Bizet Luogo: Teatro Coccia, Novara
|
|
Se è vero che dai titoli di testa lo spettatore può intuire quale sarà lo stile, il senso e il ritmo di un film, lo è ancor di più per l'arte che del cinema è un’antica e illustre antenata, l’opera, anticipata dalla sua overture. Solo che, in questo caso, la dichiarazione d'intenti non è solo quella espressa dal compositore; è una dichiarazione che viene riscritta ad ogni rappresentazione e si affianca a quella che era l'originale intenzione: è l'impronta del direttore d'orchestra.
A luci spente e sipario abbassato ecco quindi che l'overture ci svela, attraverso i suoi celebri temi, il tocco giovane e deciso di Valerio Galli, abile a gestire la dinamica dell’orchestra facendola risultare persino più grande di quella che la buca del Coccia può contenere: fraseggio ampio e intenso, toni smorzati all’occorrenza.
Quando il sipario scorre ai lati del palcoscenico, il teatro è già immerso nella torrida atmosfera di Siviglia: un drappello di guardie assieme ad un gruppo di candide operaie preparano l’elettizzante entrata in scena di Carmen. Tiziana Carraro, scalza e perfettamente a proprio agio nei panni del personaggio, intona una delle arie più famose della storia dell’opera (Habanera) con sicurezza spavalda, in un continuo saliscendi dal grosso tavolo di legno posto al centro della scenografia, assecondando il bisogno di dinamicità imposto dalle scelte registiche.
Sul finire della scena, Carmen lancia un fiore raccolto dallo sprovveduto Don Josè nel momento in cui è raggiunto da Micaela: la passione abbandona il palcoscenico assieme alla bella sigaraia e i due intonano un duetto più incline alla tenerezza, senza che l’intensità e il trasporto dell’interpretazione di Elena Rossi subiscano per questo alcuna incrinatura.
Nel secondo atto - il contesto è l’osteria di Lillas Pastia - Carmen parla e danza con le amiche, circondate dagli avventori che fanno baldoria. L'azione si immobilizza sulle note che fanno presagire l’arrivo di Escamillo, il torero che incanta tutti (Carmen a parte) con la sua Votre toast je peux vous le rendre. Nell'interpretazione del baritono Gezim Myshketa sembra mancare, accanto ad una bella timbrica, quel pizzico di chiaroscuro che avrebbe permesso di trasmettere con maggior incisività il fascino del personaggio. Subito dopo Don Josè, scontata la galera per aver aiutato Carmen a sfuggire all’arresto, dichiara il suo amore alla protagonista e passa così da gendarme a fuorilegge.
Tra le montagne del terzo atto si sgretola l’amore effimero tra i Carmen e Don Josè: lo spirito indomito e libertino della donna l’ha già condotta verso un nuovo amante, Escamillo, e Don Josè, beanchè consapevole fin dall'inizio dell'indole di Carmen, non accetta l’allontanamento e giura vendetta.
Nell’ultimo atto Don Josè, sopraffatto dalla gelosia, pone fine a modo suo alla relazione tra Escamillo e Carmen che, incurante degli avvertimenti delle amiche, decide di incontrarlo, andando in realtà incontro alla morte. L’attenzione dello spettatore, per tutta la durata della scena, è catalizzata da una sorta di cassaforte collocata sullo sfondo del quadro: la serratura ha la forma di un cuore. Quando si raggiunge il clou della drammaticità la porta della cassaforte si apre e al suo interno troviamo una statua della Madonna da cui Don Josè estrae l’arma del delitto. Non è del tutto chiaro cosa abbia voluto dire Beppe De Tommasi con questo espediente, ma sicuramente un testimone di quel calibro sulla scena del crimine ha sortito l'effetto di amplificarne la tragicità.
Carmen (sop.) TIZIANA CARRARO
Don Josè (ten.) ENRIQUE FERRER
Micaela (sop.) ELENA ROSSI
Escamillo (bar.) GEZIM MYSHKETA
Frasquita (sop.) ESTHER ANDALORO
Mercédès (m.s.) MONICA TAGLIASACCHI
Il Dancaïre (bar.) DAVIDE ROCCA
Il Remenado (ten.) MARCO VOLERI
Zuniga (basso) VEIO TORCIGLIANI
Moralès (bar.) LUCA LUDOVICI
Opéra-comique in quattro atti su libretto di Henri Meilhac e Ludovic Halèvy Musica di
Georges Bizet
Maestro Concertatore e Direttore d’orchestra
Valerio Galli
Regia e scene
Beppe De Tomasi
Disegno luci
Jean Paul Carradori
Maestro Del Coro
Gianmario Cavallaro
Orchestra Filarmonica Italiana
Coro della Fondazione Teatro Coccia - Corpo di ballo Giovane Compagnia Dancehaus
SABATO 14 APRILE 2012
ore 21.00
CONCERTO MEMORIAL In onore del Dottor Carlo Pettenati
“un medico, un amico, un uomo della nostra comunità”
INGRESSO LIBERO
Sala Francesco Virga
Centro Servizi per la Cultura e l’Impresa - Largo Pertini 2, Inveruno
Christian Meyer, batteria
Paolo Alderighi, pianoforte
Alfredo Ferrario, clarinetto
16 aprile 2012
Pietro Tonolosax
Paolo Birropianoforte
Lorenzo Contecontrabbasso
Emanuele Manìscalcobatteria
Questa formazione trae la sua forza dalla profonda conoscenza reciproca de per la passione per la più genuina tradizione jazzistica e il repertorio che la rappresenta.
Birro e Tonolo suonano in duo da diversi anni; la loro collaborazione, documentata dal cidì Simbiosi (Splasc(h), 1995) e dal CD Autunno, uscito nel 2001 per Fetichetta Egea. Con Lorenzo Conte Birro ha avuto modo di accompagnare in innumerevoli occasioni molti importanti jazzisti italiani e stranieri; insieme hanno suonato fra l'altro nel CD Spring Jazz Trio (con Elliot Zigmund) e i due cidì realizzati dal gruppo Jazz Breakers, tutti pubblicati da Azzurra Music.
Completa il quartetto Emanuele Maniscalco, musicista di cui lo straordinario talento e originalità trovano espressione sia con il piano sia, come in questo caso, con la batteria. Il repertorio comprende brani originali e la rivisitazione di alcuni standards.
Art Blakey Jazz Club -C/o Comunità Giovanile -Vicolo Carpi, 5 - 21052 Busto Arsizio (VA)
Venerdì 30 marzo 2012 ore 20.30 – Turno A
Domenica 1 aprile 2012 ore 16.00 – Turno B
Opéra-comique in quattro atti su libretto di
Henri Meilhac e Ludovic Halèvy
Maestro concertatore e Direttore d’orchestra: Valerio Galli
Regia e scene: Beppe De Tomasi
Disegno luci: Jean Paul Carradori
Maestro Del Coro: Gianmario Cavallaro
F.V.G. Mitteleuropa Orchestra
Coro del Teatro Coccia - Balletto di Milano
Coro voci bianche dell’Accademia di Canto e Musica da Camera M. Langhi, Novara
M° del Coro voci Bianche Alberto Veggiotti
Allestimento della Fondazione Teatro Coccia
Produzione
Fondazione Teatro Coccia Novara
INFORMAZIONI
Acquisto biglietti online su www.fondazioneteatrococcia.it o presso il Teatro in Via Fratelli Rosselli, 47.
Biglietteria aperta da martedì a sabato dalle 11.30 alle 17.30 e a partire da un’ora prima di tutti gli spettacoli, fino alla mezz’ora successiva l’inizio.
Telefono 0321.233200
www.fondazioneteatrococcia.it
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.
CORDOBA REUNION
Ebbene JAZZaltro ha il piacere e l'orgoglio di presentare una delle più belle, interessanti, fulgide realtà musicali che ci siano sulla scena internazionale.
Quattro tra i migliori musicisti argentini, tutti nativi della stessa città, Cordoba, e tuttavia residenti in paesi diversi (Francia, Italia e Argentina), si ritrovano e danno vita ad un progetto musicale dove la tradizione e la cultura argentina, densa di solarità, ritmo, passione ma anche contraddizioni, colori e sapori diversi, si fondono magistralmente.
Javier Girotto - sassofono
Gerardo di Giusto - pianoforte
Carlos "el tero" Buschini - contyrabbasso
Gabriel" Minino" Garay batteria e percussioni
I Cordoba Reunion hanno bellezza compositiva, fierezza di stile, calore, passione tipicamente argentina. La loro musica si lascia ascoltare con semplicità toccando le corde più intime di appassionati non solo di musica jazz, ma di musica “tout court”. Si esibiscono sulle scene di tutto il mondo da circa 7 anni con un impatto sorprendente.
LEGGI LA RECENSIONE DELL'ALBUM SIN LUGAR A DUDAS
Info e/o prenotazioni
Mario 347 8906468
Leo 338 3327832
Laura-Area101 327 7471296
Email Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.
|
LA BOHÈMEMusica: Giacomo Puccini Luogo: Teatro Coccia, Novara
|
|
Le quinte del teatro, negli attimi che precedono la messa in scena di un’opera, celano un microcosmo che si rifiuta di sottostare alle regole del tempo: personaggi in costume si aggirano tra gli angusti corridoi, scalini e ballatoi di legno scricchiolano sotto il passeggiare blando di un attore che ripassa la parte, vocalizzi sopranili filtrano ovattati da dietro le pareti. L’atmosfera che si respira tra il viavai di cantanti, orchestrali e maestranze, non sembra essere diversa da quella che impregnava quei locali alla fine dell’Ottocento, quando il Teatro Coccia venne inaugurato. Al di là del sipario, velluti, ceselli e inserti di oro zecchino attendono solo che il pubblico prenda posto, prima che il maestro Giuseppe Acquaviva inizi a far rivivere la Bohéme, per l’occasione nell’allestimento del Teatro Regio di Torino.
La tenda rossa svela alla sala una rivisitazione della storica scenografia firmata da Eugenio Guglielminetti: nelle intenzioni del grande scenografo, rendere adattabile l’impianto ad ogni palcoscenico grazie ad una pedana girevole sulla quale sono montati gli elementi che creano i tre ambienti dell’opera. Un cenno del direttore e siamo già nella soffitta parigina in cui Rodolfo e Marcello, scrittore e pittore squattrinati dediti alla vita bohemièn, si angustiano tanto per coltivare la propria arte quanto per raccimolare di che scaldarsi.
I due amici sono presto raggiunti da Schaunard, musicista, e Colline, filosofo: i serrati scambi di battute del primo quadro sono permeati, nonostante la situazione non proprio idilliaca, da spensieratezza e humor, che raggiungerà l’apice all’entrata in scena di Benoît, il padrone di casa beffato dai quattro tra le risa soffocate del pubblico.
Humor e versi scanzonati lasciano spazio al sentimento quando alla porta bussa Mimì, giovane fioraia in cerca di fuoco per riaccendere la candela. Rimasto solo, Rodolfo l’accoglie e il buio diventa il pretesto perchè le mani dei dui si sfiorino, dando il via a due delle arie più celebri del melodramma: Che gelida manina, se la lasci riscaldar, canta Rodolfo tracciando una sorta di autoritratto; Mi chiamo Mimì, risponde la neo-amata con lo stesso intento.
Il secondo quadro si apre sulla scena corale dell Caffè Momus: le voci di venditori ambulanti, bambini e artigiani si intrecciano e sovrappongono dando vita, assieme all’orchestra, ad un dipinto d’ambiente in cui anche il pubblico sembra coinvolto, tanto è forte l’impatto scenico. Quando men vo', la celebre romanza in tempo di valzer intonata da Musetta vale alla raffinata soprano uno scrosciare di applausi entusiasti.
La stupenda scenografia innevata del terzo atto fa da sfondo alla gelida decisione dei due amanti di lasciarsi: Mimì è malata di tisi e Rodolfo non ha i soldi per curarla; con la fine dell’inverno finitrà anche la loro storia d’amore.
La soffitta dell’inizio è la cornice in cui si svolge l’ultimo, tragico, atto. Rodolfo e Marcello ripensano ai loro amori ormai lontani quando Colline e Schaunard rientrano con un pasto prelibato: un’aringa. La situazione si trasforma in gioco e i quattro amici si lasciandno andare a scherzi e danze (minuetto, pavanella, quadriglia, fandango): è la quiete prima della tempesta. Ad un tratto dalla porta entra Musetta trascinando Mimì morente, coi capelli sciolti e il volto emaciato (Fin dal camerino, durante il trucco prima del quarto atto, inizio a calarmi nella parte: mentre mi avvicino alla soffitta in un certo senso sto già morendo ci cofesserà Elena Rossi alla fine dello spettacolo). Nel disperato tentativo di trovare i soldi per curarla, Musetta e Colline vanno ad impegnare rispettivamente gioielli e zimarra (Vecchia zimarra senti/ io resto al pian, tu ascendere/ al sacro monte or devi) ma il gesto sarà vano, Mimì è ormai alla fine.
I due innamorati hanno tempo per un ultimo duetto d’amore in cui rievocano la loro storia prima che la giovane protagonista spiri e il lamento straziato di Rodolfo faccia calare il sipario.
L'irrompere inatteso della tragedia, in contrasto con l'atmosfera scapigliata e, appunto, bohemienne del quadro ambientato nella soffitta parigina, ci offre un esempio del genio pucciniano della melodia e dell'orchestrazione: l'ampio respiro delle arie e i colori screziatissimi dell'orchestra, uniti all’interpretazione intensa e brillante dei cantanti, fanno sì che lo spettacolo coinvolga e commuova chiunque tra il pubblico, dai cultori fino ai bambini che, certo, non hanno molta dimestichezza col linguaggio operistico.
Incontriamo MimìMimì - ci ricorda Cesare G. Romana - è tra i personaggi di Bohème quello che meglio sintetizza le peculiarità della musica e della poetica pucciniane. Che in quest’opera tocca i vertici di compenetrazione tra atmosfere crepuscolari, umorismo, pathos spinto all’occorrenza fino al tragico, scanzonatezza, lirismo, pittura d’ambiente, romanticismo, comicità. Mimì è un’eroina tragica che esprime anchee i toni della commedia e del dramma borghese, e in questo senso rispecchia meglio degli altri personaggi l’indole particolarissima del repertorio pucciniano, che suole appunto spaziare dalla commedia alla tragedia all’interno di una stessa opera, mescolando in modo personalissimo spunti derivanti dall’Opéra comique e dall’Opéra lyrique francesi, dall’ultimissimo Verdi (Falstaff), dalla romanza da camera, dal romanticismo tedesco e austriaco, etc. Sempre però con un’autonomia inventiva e culturale che non si abbandona mai all’imitazione di modelli altrui. Dunque per interpretare Mimì occorre saper spaziare caratterialmente e localmente tra psicologie ben diverse, conoscendo il sorriso e la lacrima, il sospiro e l’ironia, l’innocenza e il disincanto. |
![]() Compito arduo, dato che l'impegno della soprano per arrivare al risultato che abbiamo potuto apprezzare al Teatro Coccia, non è stato da poco: «Mi sono ispirata soprattutto a Mirella Freni: ho ascoltato e riascoltato i suoi nastri fino a memorizzarne ogni dettaglio, sono arrivata a conoscere esattamente i punti in cui prende fiato in una strofa o nell'altra». Una simile dedizione non può che portare ad una resa eccellente. Per questo motivo anch noi ci auguriamo, come Elena Rossi, che questa rappresentazione possa essere tenuta in vita ancora a lungo e portata ed esportata nei teatri italiani e non. |
Mimì, Elena Rossi (soprano)
Musetta, Maya Dashuk (soprano)
Rodolfo, poeta, Niels Jørgen Riis (tenore)
Marcello, pittore, Domenico Balzani (baritono)
Schaunard, musicista, Francesco Paolo Vultaggio (baritono)
Colline, filosofo, Andrea Mastroni (basso)
Benoît, il padrone di casa / Alcindoro, consigliere di Stato, Luca Ludovici (baritono)
Parpignol, venditore ambulante, Mauro Scalzini (tenore)
Sergente dei doganieri, Gilles Armani (baritono)
Doganiere, Pier Marco Viñas (basso)
Il venditore di prugne di Tours, Filiberto Ricciardi (tenore)
Maestro concertatore e Direttore d’orchestra: Giuseppe Acquaviva
Orchestra Filarmonica Italiana
Coro del Teatro Coccia, diretto dal Maestro Gianmario Cavallaro
Coro delle voci bianche dell’accademia di canto e musica da camera "M. Langhi", diretto dal Mestro Alberto Veggiotti
Regista: Vittorio Borrelli
Bozzetti e figurini: Eugenio Guglielminetti
Disegno luci: Jean Paul Carradori
Scene: Saverio Santoliquido e Claudia Boasso
Costumi: Laura Viglioni
Allestimento del Teatro Regio di Torino
Produzione della Fondazione Teatro Coccia di Novara in collaborazione con la Fondazione Teatro Regio di Torino
ERROR_SERVER_RESPONSE_301