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SENZA MUSICA LA VITA SAREBBE UN ERRORE Friedrich Nietzsche

Venerdì Dicembre 08, 2023
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Martina Bernareggi

Martina Bernareggi

Durante gli anni dell'università inizia a lavorare presso una testata locale continuando l'attività giornalistica in ambito musicale e  sportivo come freelance.
Iscritta all'ordine dal 2007 crea il progetto AMA music per dar voce alle realtà locali o parlare dei grandi nomi con il gusto e l'approfondimento che difficilmente si trovano nel web.

Domenica, 14 Dicembre 2008 00:00

I Blur di nuovo assieme

Non è ancora tempo di dirsi definitivamente addio, ci sono ancora tante cose da fare: a nove anni dalla loro ultima apparizione pubblica, i Blur hanno annunciato che si esibiranno in concerto il prossimo 3 luglio a Hyde Park, prima tappa di una serie di esibizioni che interesserà tutta l'Inghilterra.  <br><br> Inizialmente nello show saranno proposti brani storici della band, ma per il 2009 i Blur promettono ai fans del materiale inedito. l <br><br> I biglietti saranno in vendita d venerdì 19 dicembre e costeranno 45 sterline

Dal 30  dicembre 2008 al 4 gennaio 2009 Orvieto sarà lo splendido scenario per il consolidato appuntamento Umbria Jazz Winter, giunto alla sedicesima edizione. Il successo dell'evento è ormai pari a quello della formula estiva e quest'anno vedrà protagonista João Gilberto e il Brasile, a celebrazione dei 50 anni della Bossa Nova. O' Mito (così viene soprannominato Gilberto) ha un merito che pochissimi individui nella storia possono vantare: aver inventato un genere. Dalla sua sei corde infatti è scaturito un nuovo stile, una novo modo di far musica, una sorta di punto d'incontro tra samba e jazz: la Bossa Nova. <br><br> In questi sei giorni di musica di altissimo livello, come testimoniano i grandi nomi legati all’evento, saranno i pianisti a farla da padrone: Martial Solal, tra i più apprezzati pianisti prodotti dal jazz europeo, si esibirò in piano solo e in duo con Stefano Bollani, musicista e compositore riconosciuto a livello internazionale. Bollani si esibirà poi con Enrico Rava il quale duetterà a sua volta con Antonello Salis (per fare solo alcuni nomi) <br><br> Tutti i giorni, inoltre, uno spazio sarà dedicato alle radici della musica nera: blues, solul, gospel, R&B con ospiti prestigiosi.

Lunedì, 15 Dicembre 2008 00:00

Baton Rouge, ecco a voi Hobo Ramblin'

E' prossima l'uscita ufficiale dell'opera prima dei Baton Rouge, <i>Hobo Ramblin'</i>. La delta blues band anticipa quattro titoli della track list, già disponibili in anteprima sul loro sito (www.myspace.com/batonrougedeltabluesband): le cover di <i>Drop Down Mama</i> e <i>Done Somebody Wrong</i> con Davide Speranza rispettivamente al mandolino ed alle percussioni e due dei brani scritti da Mario Bartilucci (vocalist): <i>Guidin' Hand</i>, con Elena Zoia ai cori, e l'eponimo <i>Hobo Ramblin'</i>

Venerdì, 19 Dicembre 2008 00:00

Un nuovo album per gli U2

A cinque anni dal successo di <i>How to Dismantle an Atomic Bomb</i> gli U2 tornano sulla scena internazionale con il loro quattordicesimo album, <i>No Line On The Horizon</i>. La registrazione del nuovo lavoro ha avuto inizio l'anno scorso a Fez (Marocco) per poi proseguire a  Dublino, negli studi della band; un salto oltreoceano per qualche rifinitura presso il Platinum Sound Recording Studio di New York e la finalizzazione all'Olympic Studio di Londra. Il tutto sotto l’occhio vigile di Brian Eno che ha prodotto l’album con la collaborazione di Steve Lillywhite. <br><br> <i>No Line On The Horizon</i> sarà disponibile in 5 formati, per accontentare tutti, dal fan sfegatato al curioso, dal collezionista al neofita: il Cd standard con libretto, un doppio vinile con libretto ad edizione limitata, e tre versioni ad edizione limitata con materiale bonus.

Mercoledì, 31 Dicembre 2008 00:00

Addio a Freddy Hubbard

Con lui se ne va pezzo di storia, quella storia che Hubbard, assieme a colleghi del calibro di John Coltrane, Art Blakey, Sonny Rollins, Ornette Coleman, Eric Dolphy, Herbie Hancock, ha contribuito a scrivere. La sua consacrazione nell'olimpo del jazz avviene all'inizio degli anni '60, in piena stagione hard bop; la sua carriera prosegue attraverso il free jazz fino a sfiorare le prime propaggini fusion. All'età di 70 anni, in un ospedale della California, Fredie Hubbard dice addio ad una vita ricca di successi ma segnata dalla sofferenza, rivivendo per sempre nel suono della sua tromba grazie alle sue incisioni in capolavori come <i>Free Jazz</i> (Ornette Coleman), <i>Blues and the Abstract Truth</i> (Oliver Nelson), <i>Ascension</i>  (Coltrane), <i>Out To Lunch</i> (Eric Dolphy) e <i>Maiden Voyage</i> (Herbie Hancock)

Venerdì, 02 Gennaio 2009 00:00

Sharrock-Gallagher: c'è feeling

Sembra andare a genio a Liam Gallagher il nuovo batterista degli Oasis, Chris Sharrock, entrato nella formazione a sostituire il figlio d'arte Zak Starkey. Oltre al lato tecnico, il facinoroso cantante della band di Manchester apprezza del nuovo arrivato l'attitudine etilica: «Mi piace, tiene l'alcol e beve birra» avrebbe dichiarato Liam. Unica pecca, il batterista ha suonato in passato per Robbie Williams, acerrimo nemico dei fratelli Gallagher, ma questo non sembra importare a Liam che considera il nuovo arrivato l'unica cosa positiva legata all'ex Take That.

Lunedì, 01 Giugno 2009 00:00

Ron Asheton RIP

Assieme al fratello Scott e all'Iguana Iggy Pop aveva dato vita, sul finire degli anni sessanta, al sound protopunk degli Stooges. Oggi, all'età di 60 anni, Ron Asheton muore per cause naturali nella sua casa di Ann Arbor. Il suono distorto della sua chitarra, marca distintiva della band, lo ha portato al ventinovesimo posto della classifica dei più grandi chitarristi di tutti i tempi, stilata da Rolling Stone nel 2003.

Martedì, 06 Gennaio 2009 00:00

Ron Asheton RIP

Assieme al fratello Scott e all'Iguana Iggy Pop aveva dato vita, sul finire degli anni sessanta, al sound protopunk degli Stooges. Oggi, all'età di 60 anni, Ron Asheton muore per cause naturali nella sua casa di Ann Arbor. Il suono distorto della sua chitarra, marca distintiva della band, lo ha portato al ventinovesimo posto della classifica dei più grandi chitarristi di tutti i tempi, stilata da Rolling Stone nel 2003.

Una nostalgia del tango, una Milonga portera: l’atmosfera che si diffonde nella gremita pizza di Olgiate Olona ha l’incedere deciso e passionale di un immaginario danzatore di chacarera. «Non basterebbero venti serate come questa per regalarvi un assaggio della varietà esistente nella musica tradizionale argentina» afferma Miguel Angel Acosta, sempre molto attento a far comprendere al pubblico i messaggi che le loro canzoni intendono veicolare. Tuttavia, nonostante il limite temporale dell’esibizione, possiamo tranquillamente affermare che questi quattro musicos hanno fatto tutto il possibile rendere questo assaggio decisamente intenso e gustoso, un'esperienza viva e persistente ben oltre il termine del concerto.


La trilogia di apertura è seguita da Alfonsina y el mar, brano dedicato all’omonima poetessa morta suicida in modo drammatico e al contempo poetico: alla melodia iniziale segue la parte di improvvisazione in cui il giovane e bravissimo violinista, Lautaro Acosta, riesce ad imprimere tutta la tensione drammatica richiesta dalla tematica trattata.

Dal mare si passa alla Pianura venezonala con El Diablo Suelto, facendo tappa per un solo di chitarra peruviano «per non fare torto a nessuno», come afferma l’ironico e carismatico Miguel Acosta.

Il viaggio in terra argentina continua con una sosta a Santiago del Estero, città settentrionale caratterizzata da un grigiore cui gli abitanti reagiscono con note allegre ed abiti dai colori sgargianti. Per l’occasione Carlos “El Tero" Buschini dismette i panni del bassista per vestire il ruolo di un più tradizionale “bombista”: il bombo leguero, sorta di tamburo ricavato dal tronco di un albero e pelli di capra, è strumento tipico del folklore argentino che deve il proprio nome alla sua capacità di trasmissione sonora (fino ad una lega di distanza).

E’ il momento di El Choclo, un tango punteggiato da note di violino pizzicato che scoppiettano come chicchi di mais in una padella rovente. Seguono quindi una coppia di classici che soprattutto il pubblico più attempato dimostra di conoscere molto bene: Flor de Lino e Palombita Blanca sono eseguiti in modo impeccabile, la compattezza del suono e l’interplay tra i componenti del gruppo aumentano l’intensità dell’interpretazione, un godimento quasi palpabile per gli ascoltatori definitivamente sedotti dalla musica del Cuarteto Nuevo Encuentro.

Il bombo, strumento ancestrale ormai reso familiare al pubblico, è protagonista del successivo brano El Gato, una danza normalmente eseguita in coppia. Onomatopeica è la successiva chacarera, seguita dal più sociale 9 luglio, brano dedicato all'indipendenza del popolo argentino. C’è spazio ancora per una milonga ed una composizione originale del chitarrista, Che Tango, incentrata sulla tematica del linguaggio e delle peculiarità fonetiche argentine, sostenuta dal bandoneón di David Peccetto.

Il pubblico rapito dall’esibizione chiede a gran voce il bis. Ne saranno concessi tre prima che il Cuarteto lasci tornare alla quotidianità padana un paese che per due ore ha vibrato di passione argentina.

Jazz d'incanto

JOE LOCKE, DADO MORONI e ROSARIO GIULIANI

www.joelocke.com

Luogo: Art Blakey Jazz Club, Busto Arsizio (VA)
Data: 28 giugno 2010
Evento: Rassegna Jazz
Voto: 9

L’Art Blake Jazz Club di Busto Arsizio è questo: ci vai una sera per assistere ad un concerto e bere una birra e può essere che ci trovi Joe Locke in carne ed ossa, magari in trio con Dado Moroni e Rosario Giuliani.
L’appuntamento è tra i più importanti del cartellone, oltre ad essere l’ultimo nel calendario la stagione.
Ed inizia magicamente, grazie all’atmosfera fiabesca che le prime note del vibrafono fanno calare come d’incanto sulla sala. Non ci vuole molto perché Locke catturi la platea: stivale pitonato, charm da rock star a metà tra Tom Waits e d Iggy Pop, il musicista newyorkese inizia a saltellare su e giù per il vibrafono sfoggiando al contempo un eccezionale virtuosismo e delle ottime doti attoriali.

Al brano di apertura a firma Locke, Sword of Whispers, una composizione che il vibrafonista dedica a Little Jimmy Scott, segue The Peacocks brano dall’incedere lontanamente esotico che vede Giuliani destreggiarsi al sax soprano.

I tre continuano in un gioco di richiami e contrappunti, domande e risposte, per arrivare a manifestazioni di virtuosismo concitato, in cui la fisicità diventa un fattore fondamentale sul palco: Locke rimbalza accanto alle lamelle percosse dai suoi quattro inarrestabili battenti ed il pianoforte di Moroni inizia ad inclinarsi e sobbalzare, come se le note suonate riuscissero ad animarlo.

E’ il momento di Alone, composizione di Dado Moroni onirica, quasi ipnotica, che ben si adatta ai suoni della serata, cui segue un ultimo swing prima della pausa.

Al rientro scopriamo che l’interplay del trio non è cambiato, anzi! My Angel, morbida composizione di Giuliani, è una carezza delicata prima che la sfida all’ultima nota ingaggiata da Locke e Moroni ricominci a pieno regime. Nel finale c’è spazio per un brano scritto da Locke dedicato alla sorella, Beatrice Rose, simile ad una nenia rubata ad un antico carillon, e per Brother Alfred, di Dado Moroni, ultima della serie registrata all’Oratorio S. Cecilia di Perugia.

Il pubblico è soddisfatto, nonostante il trio vibrafono-pianoforte-sax non sia esattamente una formazione facile da ascoltare. La grandiosa empatia ed il talento con cui i tre sono riusciti a coinvolgere la platea è per questo motivo ancora più apprezzabile: solo il vero bisogno di musica riesce a portare a risultati così autentici; ne è riprova il fatto che dopo due ore e mezza di concerto, Locke continuava a suonare, solo sul palco, davanti ad una sala vuota…

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