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SENZA MUSICA LA VITA SAREBBE UN ERRORE Friedrich Nietzsche

Lunedì Ottobre 21, 2024
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Evidentemente Davide Bernasconi, pensando a questo spettacolo, non voleva trarre ispirazione dal teatro canzone, che dopo i suoi padri illustri ha vuto seguaci degni e messe in scena di tutto rispetto; è altrettanto chiaro che lo spunto non sia arrivato nemmeno quel teatro di narrazione reso nobile dai monologhi di alcuni grandi che hanno fatto dell'uso del dialetto (mi viene in mente in particolare quello veneto...) una cifra stilistica e uno stumento pratico usato per il riesame di valori universali.
E' tuttavia un dato di fatto che Terra e Acqua non sia stato ispirato nemmeno dal cantautore Van De Sfroos, ma piuttosto dai fantasmi nascosti nella mente del "bambino Davide" che a parere di chi scrive non avevamo bisogno di essere liberati più di quanto non lo fossero già stati, in modo eccelso, dalla musica e dai versi di Davide Van De Sfroos.

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Del tango, Cáceres e la sua coppia sodali sono pronti a svelarci l’anima: quella che vibra quando le mani nude percuotono il cajon e una voce ruggine ne evoca le origni d’Africa. O, meglio, le «tre anime», come l’artista e compositore argentino tiene a spiegare: l’habanera, la milonga e il candombe.

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Folk Stone al Fosh Fest di Bagnatica

FOLK STONE

www.folkstone.it

Luogo: Arena Sound Festival, Bagnatica (BG)
Data: 1 agosto 2011
Evento: Fosh Fest
Voto: 7,5


Per un intero weekend la tranquilla cittadina di Bagnatica, una manciata di chilometri da Bergamo e poco più di 4mila abitanti, è stata invasa da migliaia di guerrieri celti radunatisi in occasione della terza edizione del Fosch Fest. Un’invasione pacifica di giovani e meno giovani che, armati unicamente di corni, elmetti vichinghi, kilt, borchie e birra, si sono riversati nello spiazzo dell’Arena Sound Festival sotto la guida di Månegarm, Heidevolk, Folk Stone, Korpiklaani e degli altri gruppi che hanno animato questa due giorni all’insegna del folk-metal.

La sera del sabato i Folk Stone, i “briganti di montagna” che da queste parti sono di casa, scendono a valle per una delle loro ormai note scorribande.
La loro musica, sostenuta da una possente base ritmica e dalla voce fiera e sporca di Lore, è basata su strutture piuttosto semplici che si rifanno all’heavy classico di stampo teutonico ma, allo stesso tempo, ricca di sonorità tipiche della tradizione nordica. Il ritmo indiavolati da ballo popolare delle cornamuse e gli spunti poetici dell’arpa e del rauschpfeife creano, accanto ai riff aggressivi della chitarra e al doppio pedale della batteria di Edo, un connubio di metal e folk celtico ben calibrato.

Un ulteriore valore aggiunto al lavoro di questa band è rappresentato dalle liriche, rigorosamente e coraggiosamente in italiano, e dai temi velatamente sociali affrontati da alcuni testi.
Pezzi come Terra Santa, Longobardia, Frerì, Nell’alto cadrò, Con passo pesante e Briganti di montagna, che in versione live acquistano ancor più carica e pathos, sono l’esempio più lampante dell’originalità di questo gruppo della bergamasca che nulla ha da invidiare ai ben più blasonati Korpiklaani - che hanno poi concluso la serata - e che ha la capacità di coinvolgere il pubblico ricreando atmosfere fortemente suggestive ma anche di comunicare qualcosa.

Alziamo dunque il corno e brindiamo ai Folk Stone!


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Una nostalgia del tango, una Milonga portera: l’atmosfera che si diffonde nella gremita pizza di Olgiate Olona ha l’incedere deciso e passionale di un immaginario danzatore di chacarera. «Non basterebbero venti serate come questa per regalarvi un assaggio della varietà esistente nella musica tradizionale argentina» afferma Miguel Angel Acosta, sempre molto attento a far comprendere al pubblico i messaggi che le loro canzoni intendono veicolare. Tuttavia, nonostante il limite temporale dell’esibizione, possiamo tranquillamente affermare che questi quattro musicos hanno fatto tutto il possibile rendere questo assaggio decisamente intenso e gustoso, un'esperienza viva e persistente ben oltre il termine del concerto.


La trilogia di apertura è seguita da Alfonsina y el mar, brano dedicato all’omonima poetessa morta suicida in modo drammatico e al contempo poetico: alla melodia iniziale segue la parte di improvvisazione in cui il giovane e bravissimo violinista, Lautaro Acosta, riesce ad imprimere tutta la tensione drammatica richiesta dalla tematica trattata.

Dal mare si passa alla Pianura venezonala con El Diablo Suelto, facendo tappa per un solo di chitarra peruviano «per non fare torto a nessuno», come afferma l’ironico e carismatico Miguel Acosta.

Il viaggio in terra argentina continua con una sosta a Santiago del Estero, città settentrionale caratterizzata da un grigiore cui gli abitanti reagiscono con note allegre ed abiti dai colori sgargianti. Per l’occasione Carlos “El Tero" Buschini dismette i panni del bassista per vestire il ruolo di un più tradizionale “bombista”: il bombo leguero, sorta di tamburo ricavato dal tronco di un albero e pelli di capra, è strumento tipico del folklore argentino che deve il proprio nome alla sua capacità di trasmissione sonora (fino ad una lega di distanza).

E’ il momento di El Choclo, un tango punteggiato da note di violino pizzicato che scoppiettano come chicchi di mais in una padella rovente. Seguono quindi una coppia di classici che soprattutto il pubblico più attempato dimostra di conoscere molto bene: Flor de Lino e Palombita Blanca sono eseguiti in modo impeccabile, la compattezza del suono e l’interplay tra i componenti del gruppo aumentano l’intensità dell’interpretazione, un godimento quasi palpabile per gli ascoltatori definitivamente sedotti dalla musica del Cuarteto Nuevo Encuentro.

Il bombo, strumento ancestrale ormai reso familiare al pubblico, è protagonista del successivo brano El Gato, una danza normalmente eseguita in coppia. Onomatopeica è la successiva chacarera, seguita dal più sociale 9 luglio, brano dedicato all'indipendenza del popolo argentino. C’è spazio ancora per una milonga ed una composizione originale del chitarrista, Che Tango, incentrata sulla tematica del linguaggio e delle peculiarità fonetiche argentine, sostenuta dal bandoneón di David Peccetto.

Il pubblico rapito dall’esibizione chiede a gran voce il bis. Ne saranno concessi tre prima che il Cuarteto lasci tornare alla quotidianità padana un paese che per due ore ha vibrato di passione argentina.

Informazioni aggiuntive

  • Artista Quarteto Nuevo Encuentro
  • Luogo Piazza Santo Stefano, Olgiate Olona (VA)
  • Data Lunedì, 23 Agosto 2010
  • Evento Tour 2010

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