Sfruttando l'ottima acustica della location Fasoli, Milesi, Mimmo e Tracanna hanno dato vita ad una serie di acrobazie sonore frutto di improvvisazioni estemporanee, in un work in progress fervido di idee, rivolto ad una perpetua ricerca timbrica.
Come enunciato da Mimmo in apertura di concerto, ribadito da Fasoli successivamente, far coesistere quattro sax dalla timbrica simile è stata una sfida inusuale, una pratica raramente frequentata che potrebbe riservare un ascolto non scontato, prodigo di imprevisti.
Ed è proprio l'imprevedibilità il tratto dominante della musica espressa dai quattro artisti, il jazz nella sua accezione più free, uno sviluppo inatteso di linee individuali che si armonizzano, si intersecano, divergono o si scontrano creando un continuo rivelarsi di nuove opportunità.
Fondamentale l'empatia fra i musicisti, l'ascolto reciproco stimola la fantasia in un rincorrersi di pretesti creativi prodromi di suggestioni. Fasoli e Tracanna non necessitano di presentazioni, esploratori estrosi sono due figure storiche del jazz italiano; Gianni Mimmo gioca in casa: pavese, presente da oltre venticinque anni sulla scena musicale, è un navigato cultore del sax soprano, profondo conoscitore del proprio strumento e fine sperimentatore, titolare di progetti originali in cui la musica si associa alle altre discipline artistiche (pittura, teatro, fotografia, cinema, poesia), last but not least fondatore di un etichetta intraprendente e innovativa come l'Amirani Records.
Giovane realtà dell'attuale panorama, Massimiliano Milesi ha già all'attivo una lista cospicua di collaborazioni importanti (l'ultima delle quali è il progetto orchestrale di Giovanni Falzone dedicato ai Led Zeppelin), anche in ambiti extra jazzistici. L'esibizione ha visto dunque i quattro sassofonisti ritagliarsi anche degli episodi in solo: dalle eufoniche volute di Tracanna al soprano alle gimkane melodiche di Fasoli al tenore, dai percorsi alternativi di Milesi sempre al tenore all'indagine timbrica di Mimmo al soprano.
Il duetto Mimmo/Milesi (soprano/sopranino) ha esposto un confronto contrappuntistico dalle note stridenti. Sono però le improvvisazioni di gruppo ad aver regalato i momenti più intriganti, partendo da linee tematiche o semplici spunti il dialogo è poi “degenerato” in cangianti dissertazioni distoniche su geometrie variabili, tra citazioni sparse, sonorità mutevoli e speziate tensioni prossime al parossismo. Sicuramente una serata fuori dagli schemi.