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Giovedì, 09 Gennaio 2014 18:12

Davide Van De Sfroos...Terra Terra

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Davide Van De Sfroos // Auditorium Paccagnini Castano Primo Davide Van De Sfroos // Auditorium Paccagnini Castano Primo Pier Marco Tacca - AMAmusic

Evidentemente Davide Bernasconi, pensando a questo spettacolo, non voleva trarre ispirazione dal teatro canzone, che dopo i suoi padri illustri ha vuto seguaci degni e messe in scena di tutto rispetto; è altrettanto chiaro che lo spunto non sia arrivato nemmeno quel teatro di narrazione reso nobile dai monologhi di alcuni grandi che hanno fatto dell'uso del dialetto (mi viene in mente in particolare quello veneto...) una cifra stilistica e uno stumento pratico usato per il riesame di valori universali.
E' tuttavia un dato di fatto che Terra e Acqua non sia stato ispirato nemmeno dal cantautore Van De Sfroos, ma piuttosto dai fantasmi nascosti nella mente del "bambino Davide" che a parere di chi scrive non avevamo bisogno di essere liberati più di quanto non lo fossero già stati, in modo eccelso, dalla musica e dai versi di Davide Van De Sfroos.


Resta quindi da capire quale sia stato il motivo di questa operazione, che bisogno ci fosse di una messa in scena senza arte nè parte, non tanto per il pubblico, (dato che la risposta mi sembra abbastanza lampante: nessuno), quanto per l'artista che poco o niente è riuscito ad aggiungere alla propria poetica con questa forma di spettacolo ibrida, che non sembra essere per nulla nelle sue corde.



Ma passiamo allo spettacolo vero e proprio, che inizia con un lungo monologo introdutivo. Di buttarla sul comico, tuttavia, non se ne parla: le risate del pubblico sulle battute in apertura sono più la conseguenza di un autocompiacimento autoctono, ben nutrito dall'eccitazione per la fama del personaggio sul palcoscenico, che una reazione spontanea ad un sottile umorismo.
Proviamo quindi a spostare l'attenzione sui contenuti, sulle storie e i volti "di lago", raccontati dal cantautore durante un percorso narrativo di quasi tre ore: personaggi che non hanno avuto storie di fama e successo, non hanno vissuto per essere ricordati, personaggi veri, comuni...forse anche un po' troppo comuni.

 

Ecco quindi gli uomini della Falck di Sesto San Giovanni, "il zio Tony", la giovane sarta (oggi anziana) che parte dal suo piccolo paese e affronta la metropoli meneghina ritrovandosi costumista alla Scala, il pugile rimasto campione per pochi minut, i contrabbandieri lariani. Le storie narrate scorrono assieme alle immagini in movimento, spezzoni del film-operaprima di Davide Van De Sfroos (co-regia di Dario Tognocchi), e alla musica, sicuramente la parte migliore dello spettacolo, grazie a violino di Angapiemage Galiano Persico e alla naturale predisposizione del cantautore monzese.

 

Una carriera artistica ha bisogno di essere movimentata, vissuta, sperimentata: la speranza è che questa fase della carriera di Davide Van De Sfroos che nei prossimi giorni lo porterà a varcare i confini italiani fino al  Teatro di Locarno, lo porti anche a dei risultati che assistendo a questo spettacolo non sono riuscita ad apprezzare.

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Letto 4995 volte Ultima modifica il Giovedì, 09 Gennaio 2014 18:22
Martina Bernareggi

Durante gli anni dell'università inizia a lavorare presso una testata locale continuando l'attività giornalistica in ambito musicale e  sportivo come freelance.
Iscritta all'ordine dal 2007 crea il progetto AMA music per dar voce alle realtà locali o parlare dei grandi nomi con il gusto e l'approfondimento che difficilmente si trovano nel web.

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