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Venerdì, 06 Luglio 2012 20:32

jazzascona 2012 - Sophisticated lady // 21 giugno - 1 luglio - II parte

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Jazzascona 2012

 

 

Jazzascona 2012

 

www.jazzascona.ch

Ascona, 28 e 29 giugno
Cannobio, 2 luglio

 

 

Continuando il mio viaggio in quella multiforme e variegata sarabanda del Festival di Ascona (Jazzascona 2012), ho trovato conferme e novità, senatori ed emergenti, vecchie garanzie e nomi finora sconosciuti, da tenere sott’occhio, buoni da ascoltare di nuovo, alla prima occasione.

Va da sé che ciò che descrivo è solo una parte di un ben più ampio scenario: con molti concerti ogni giorno in contemporanea, nessuno è in grado di vedere tutto il festival, e ognuno ha un suo festival da ricordare. Dovrò glissare quindi su una pletora di concerti magnifici e/o importanti, dalle Sorelle Martinetti/Orchestra Maniscalchi a Nina Attal, da Till Bronner ad Irma Thomas e tanti altri ancora: bisogna fare delle scelte. Definitivamente ottimo il quintetto dal nome programmatico Old Fashioned della pianista-cantante Silvia Manco, con una delle mie sezioni ritmiche italiane preferite (Giorgio Rosciglione al contrabbasso e Gegè Munari alla batteria) e con un giovane trombonista – se non erro boliviano - Humberto Amesquita ed una vecchia conoscenza degli strumenti ad ancia (qui al sax tenore e clarinetto), Luca Velotti, - anzi, come lo presenta il suo datore di lavoro Paolo Conte, "Sir Luca Velotti". Grande swing e divertimento a piene mani, sia che fossero stra-classici (It don’t mean a thing, Speak low) o pezzi meno conosciuti (Substitute di Jelly Roll Morton o No moon at all).

Sorpresa dell’anno, ricordo che il sottotitolo del festival era Sophisticated lady/La città delle donne, la bravissima trombettista e cantante canadese Bria Skomberg, vista in azione con un gruppo di vecchi frequentatori di Jazzascona (Paolo Alderighi al piano, Nicki Parrott al contrabbasso e alla voce, Warren Vachè (nientemeno!) alla cornetta ed un batterista straordinario Guillaume Nouaux) alle prese con un repertorio sufficientemente variegato e accattivante, da cose più prevedibili (la versione di Fever a cura della Parrott) ad altre più filologiche (lo strumentale Trio di Erroll Garner, Alderighi naturalmente sugli scudi – non mi stupisce, conoscendolo, e so benissimo che il giovane pianista milanese è uno dei nostri jazzisti da esportazione più richiesti , un set davvero eccitante!

Già presente l’anno scorso, il trombettista Jon Faddis (uno dei personaggi centrali del jazz planetario) si è esibito con la Stanford University Jazz Orchestra (un’orchestra di giovani) diretta dal trombettista Frederick Berry: detto che Faddis è davvero notevole in quello che è il punto debole o spina nel fianco di tutti i trombettisti – il registro acuto ed i sovracuti – ed ha improvvisato e svolto temi da par suo, bisogna ammirare il lavoro dell’orchestra, in cui si sono distinti alcuni elementi come la baritonista Sophie Miller ed il trombettista Graham Davis (un destino nel cognome!). Complimenti a tutti, in primis a Berry che ha orchestrato e diretto con sensibilità ed intelligenza, producendosi anch’egli come trombettista (di rango) in Manteca. Una segnalazione per la bravissima cantante Emma Pask, alle prese con un repertorio classico ed accompagnata da The Australians, di cui avevo già scritto da queste colonne: ha swing e personalità.

Altra grandissima amica del festival, Lillian Bouttè, cantante neworleansina di stanza in germania, un nome una garanzia, con una band precisa per lei (Gumbo Zaire) ed un ospite di riguardo, il tenorista Pee Wee Ellis, che forse molti di voi ricorderanno alla corte di James Brown o con Maceo Parker. Ho potuto vivere grandi momenti come la A-tisket a-tasket, con duetto tra voce e sax od un calypso strumentale tutto a cura di Ellis con grande spazio per il coro del pubblico: mi aspettavo St Thomas da un momento all’altro, invece ecco Caravan, poi tema iniziale e fine brano. Un buon gruppo, ottimi i momenti di interplay tra i due giganti. Ancora musica nella notte – ne dubitavate? – con la jam session all’Hotel Tamaro, con tanti giovani e bravissimi musicisti e musiciste (le Lady 4et di Rhoda Scott), in compagnia di maestri e vecchie volpi come il pianista/cantante David Paquette, il violinista/cantante George Washingmachine, Alderighi e lo stesso Ellis….chi non ha mai visto una di queste sedute ha davvero perso qualcosa di straordinario!!

Congedo e uscita in stile dal festival il 2 Luglio a Cannobio (VB) Italia , sotto un cielo minaccioso, che fortunatamente ci ha graziato da un ingiusto temporale ed acquazzone.

Così, nel meraviglioso scenario della piazza dell’imbarcadero (ed in uno slargo del lungolago, poco distante), con tanto di luna piena che spandeva i suoi raggi sul lago, si sono esibiti tre gruppi: apre le danze la Regeneration Brass Band, con tanto di ballerina-coreografa. Ci regalano alcuni brani, fra cui When you’re smiling, Mardì gras in New Orleans e sull’in-cipit di Dinah prendono a muovere verso l’altra parte di Cannobio.

Prende il palco il quartetto del cantante pianista Larry Franco, che, completato da Anna Korbinska al sax alto, Antonella Mazza al contrabbasso ed Enzo Lanza alla batteria, si produce in una serie di brani dal progetto del 2006 dal nome import/export, cioè standards dal songbook americano uniti in medley (per affinità strutturali) a brani della tradizione swing italiana.Un esempio potrebbe essere costituito dalle celeberrime Besame mucho ed Estate. Molto divertente e tutti davvero notevoli. All’intervallo mi godo un po’ del fantastico gruppo di choro (musica brasiliana primigenia) Creole Clarinets E Trio Perigoso, frutto di una ricerca e collaborazione tra il clarinettista/sassofonista Thomas L’Etienne (altro protagonista di molte scorse edizioni) ed un collega sassofonista tedesco Uli Wunner ed il giovane trio brasiliano (pandeiro, cavaquino e chitarra classica 7 corde): davvero ottimo. Quasi in chiusura, ancora sul palco vicino all’imbarcadero, jam session finale, al quartetto di Franco si unisce tutta la Regeneration (When the saints) ed infine anche L’Etienne (Basin Street Blues), difficile immaginare un finale migliore! Mi piace vedere che anche due comuni italiani (Stresa e Cannobio) hanno contribuito alla festa. Arrivederci al 2013.

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Leggi la prima parte del reportage di Marco Valugani

Letto 3580 volte Ultima modifica il Giovedì, 03 Gennaio 2013 13:30

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