Nel momento in cui avevano finalmente (e meritatamente…) varcato la soglia del grande successo, alla fine dell’1983 i Supertramp subiscono una perdita potenzialmente devastante, vale a dire l’abbandono del chitarrista/tastierista Roger Hodgson, una delle due anime creative della band. Ma come vedremo più avanti, per Brother Where You Bound, edito dai quattro superstiti nel 1985, è appropriata la definizione di disco dimostrativo, più che di transizione.
La prima cosa da dire è che io credo di conoscere l’inglese, ed il motivo per cui commento un disco denominato “verde” con la frase “il mondo in rosa” sarà chiaro più tardi, se avrete la bontà di leggere fino in fondo. La seconda cosa da dire è che una cosa piuttosto sensata sarebbe quella di non comprare questo CD.
La falsa (ri)partenza
Si pensa erroneamente che l’ultimo disco dei Pink Floyd sia datato 1994, mentre la storia del gruppo ha in realtà termine con The Wall, risalente a quindici anni prima. L’estromissione di Wright, la riduzione di Gilmour e Mason allo status di poco più che session man, celebrava il dominio di Waters ma decretava intanto la fine della band.
Il manifesto del nuovo garage
Primary Domain, uscito al termine del 1989, rappresenta l’opera più compiuta dei Miracle Workers.
Le labili frontiere del punk
Sandinista! è un album pesantemente politicizzato, esageratamente lungo, dipanandosi in quasi due ore e mezza di suoni, copiosamente diversificato (o, come direbbero i puristi, annacquato), da una miriade di stili ed approcci melodici che fanno a pezzi i rigorosi confini del punk cui i quattro avevano già attentato nel precedente e tuttavia più omogeneo London Calling.
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