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Lunedì, 28 Febbraio 2011 00:00

Around Coleman

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GIOVANNI FALZONE SPECIAL BAND

Luogo: Art Blakey Jazz Club, Busto Arsizio (VA)
Data: 28 febbraio 2011
Evento: Rassegna Jazz
Voto: 9

Una serata all’Art Blakey Jazz Club riesce sempre ad incantare grazie al suo particolare fascino anacronistico: la frenesia della contemporaneità e lo squallore di una modernità asettica non riescono ad oltrepassare le spesse tende in velluto rosso che preservano una scena d’altri tempi, calcata dai migliori jazzisti in circolazione.

Se poi, dietro alla porta d’ingresso, ad aspettarti ci sono un gruppetto di note pronte a trasportarti dritto al cuore di Lonely Woman, è inevitabile sentirsi parte di un epos in cui sembrano riecheggiare le parole di Ornette Coleman «Non ho mai cercato di suonare la musica del mio tempo, ho sempre cercato di  pormi fuori dal tempo».


Simili i presupposti da cui prende le mosse il progetto della Giovanni Falzone Special Band per uno spettacolo che, senza lasciare dubbi circa gli intenti, intitola Around Coleman. E’ lo stesso trombettista siculo a sottolineare la volontà di inserirsi sulla scia di quel modo di vivere e pensare la musica, al di fuori e oltre le regole del tempo, pescando dal repertorio delle origini, quindi interpretando liberamente standard e brani originali, concedendosi tanto al free quanto al bop, senza temere incursioni di altri generi musicali.
Le intenzioni di Falzone trovano terreno fertile per diventare un funambolesco spettacolo in grado di divertire, coinvolgere ed emozionare grazie a musicisti che non si fanno pregare quando si tratta di dare al brano il proprio apporto unico e peculiare: all’esplosivo e incontenibile trombone di Beppe Caruso fa eco il versatile ed impeccabile Francesco Bearzatti, mentre Zeno De Rossi, eclettico, regge sapientemente la ritmica assieme al contrabbasso di Paolino Dalla Porta; il tutto è prepotentemente orchestrato dall'istrionico Falzone che imprime la propria personalità tra le note di ogni brano.


L'apertura affidata a Blues Connotation, tratta da Ken Burns Jazz di Ornette Coleman, sembra voler dichiarare apertamente agli ascoltatori che dovranno aspettarsi un’esibizione libera di spaziare attraverso un ampio universo sonoro, senza  restrizioni o paletti di alcun genere. Così la sucessiva Fuga mentale, brano originale di Falzone, può tranquillamente andare a parare sulle note di Lonely Woman in un gioco di rimandi e citazioni in grado di divertire pubblico e musicisti. Il gioco si ripete col successivo brano introdotto da un solo di batteria che prepara la scena all'unisono dei fiati; il giro degli assolo inizia con la tromba del leader, prosegue con il trombone sordinato di Caruso e si conclude sulle note vellutate e aeree del sax di Baerzatti.

Il viaggio della Giovanni Falzone Special Band non può non soffermarsi sull'emblematica Free, presente nell'album Change of The Century del 1959, primo brano della storia in cui compare ufficialmente la parola che avrebbe contraddistinto un'epoca del jazz. Si tratta di una serie di microtemi, frammenti di pochissime battute, attorno ai quali i musiciisti si divertono a costruire ed improvvisare: una sferzata di energia allo stato puro proviene dal fraseggio di Beppe Caruso che modula ed arricchisce il suono con qualunque tipo di artificio, dalla straight al growl.  In quanto a fantasia non è da meno De Rossi che dopo aver messo mano a stracci, catene ed aver utilizzato le bacchette in tutti i modi (anche impropri) possibili, in un finale che rischia di sfociare nel garage stacca il piatto dalla piantana e continua a percuoterlo sulla pelle del rullante.

La serata continua con ordine cronologico approdando a Ornette! (1961), ma per il congedo si sceglie un'inversione di marcia con un salto al jazz delle origini di Bourbon Street, nome di una via centrale di New Orleans, appunto: Bearzatti accantona il sax per dedicarsi ad un clarinetto scanzonato, che sembra in alcuni passaggi fare il verso al minstrel.

Allegramente si conclude quindi un concerto intenso e coinvolgente, senza sbavature nè tempi morti, interpretato da cinque assoluti protagonisti della scena jazzistica internazionale.

Letto 2523 volte Ultima modifica il Giovedì, 03 Gennaio 2013 13:30
Martina Bernareggi

Durante gli anni dell'università inizia a lavorare presso una testata locale continuando l'attività giornalistica in ambito musicale e  sportivo come freelance.
Iscritta all'ordine dal 2007 crea il progetto AMA music per dar voce alle realtà locali o parlare dei grandi nomi con il gusto e l'approfondimento che difficilmente si trovano nel web.

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