Il talento, dicevamo. Nel caso di Michael è cristallino, evidente, sia a livello compositivo che vocale. Un talento che fin dagli albori dei famigerati anni ’80 gli permetteva di concepire brani come A different corner o Everything she wants, tanto per citare i meno noti. Questi pezzi venivano smerciati nell’ ambito del carosello commerciale denominato Wham, che era una band solo nominalmente, dato che la massima funzione di Andrew Ridgeley era sorridere nei video ed agitarsi con una chitarrina on stage. Un talento i cui frutti si sono visti anche negli anni successivi alla (inevitabile) separazione del finto gruppo, in particolar modo con i dischi degli anni novanta. Dopo la parentesi rockabilly/godereccia di Faith, sia Listen without prejudice, il cui titolo la dice lunga circa i preconcetti contro i quali l’artista ha sbattuto il faccione e la capigliatura ossigenata, che Older, erano prodotti eccellenti, che avrebbero ottenuto ben altro credito dall’intellighenzia musicale internazionale, avessero recato intestazioni diverse sulle copertine.
Malgrado quei lavori contenessero perle assolute che rispondono al titolo di Praying for time o Spinning the wheel, questi preconcetti, secondo i quali gli artisti figli degli anni del syhnt-pop non potevano essere né credibili nè duraturi, non sono mai di fatto venuti meno. Depeche Mode o Duran Duran ne sanno qualcosa. Con l’ appropinquarsi del nuovo millennio, la situazione è cambiata, e non in meglio. Tutto ha inizio con l’outing del 1998, un coming out provocato dall’ ”incidente” nei bagni pubblici con l’agente di polizia Rodriguez; una confessione d'omosessualità di fatto estorta, di cui l'ex-Wham avrebbe fatto volentieri a meno. George aveva celato a lungo questa sua caratteristica, attirandosi per questo le ire di colleghi come Elton John, Morrissey o Boy George, che liquidava la questione come "segreto di Pulcinella". Debolezza? Mancanza di personalità? Ecco la variabili che citavamo. Fatto sta che, sulle prime, il fatto sembra volgersi a suo favore. Dalla traumatica vicenda, Michael ricava un singolo fortunato Outside, “celebrativo” della sua (tardiva) presa di posizione, ma l'evento segna anche l’inizio d’una parabola caotica a livello umano e discontinua su quello professionale.
C’è la parentesi politica, nel 2002, col singolo: Freeeek! / Shoot the dog, canzoni apertamente antimilitariste, ma piuttosto fragili artisticamente. Come peraltro sarebbero risultati le prove seguenti: Amazing e An easier affair. In mezzo, solo la parentesi dell’album Patience, datato 2004; inopinatamente, ultima fatica del cantautore a livello di raccolta di inediti.
Che succede? Succede che una misteriosa vibrazione negativa prende ad infestare l’esistenza della rock star, la vita patinata del bello ricco e famoso. Vibrazione che lo porta ad essere ospite dei rotocalchi internazionali per meriti tutt’altro che artistici. E’ una discesa continua, inesorabile, con tappe dolorose: nel 2006 l’arresto per possesso di cannabis e guida in stato d’ubriachezza. Quattro anni dopo ci ricasca: rifiuta di sottoporsi al test alcolemico dopo essersi schiantato per strada, e nuovo breve soggiorno nelle patrie galere. L’anno successivo, una grave forma polmonare lo costringere a interrompere, il Symphonica Tour. E’ di quest’anno, infine, la notizia di un nuovo, pauroso incidente stradale in cui rimane coinvolto in autostrada, quando viene sbalzato fuori dal sedile del passeggero e sfiorato da altri mezzi in arrivo. Un miracolato. Insomma, tanto per abusare d’un terrificante luogo comune, qualcosa s’è rotto. E Patience continua ad essere l’ultimo album da studio pubblicato dal ragazzo (di una volta).
Speriamo che l’ingresso nella terza età lo illumini, gli porti saggezza e lo liberi dalle sfighe. Dopotutto, il soffermarsi ad ascoltare without prejudice la sua produzione non è del tutto tempo perso, specialmente se ci si limita a quella del millennio trascorso.
Però adesso svegliati, Giorgio Michele, non si può essere miracolati in eterno.