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Mercoledì, 19 Novembre 2014 11:09

Claudio Baglioni // La vita è adesso

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Claudio Baglioni // La vita è adesso Claudio Baglioni // La vita è adesso

A quattro anni da “Strada facendo”, e dopo aver riproposto in tour i primi dieci anni della propria produzione artistica nel progetto “Ale-oo”, il nuovo lavoro di Baglioni inonda le
classifiche nella torrida estate del 1985.

Il ritorno si materializza in un concept album, formato artistico piuttosto inconsueto per il  cantautore romano, che attraversa umori, sensazioni e stati d’essere dell’italiano medio nell’arco d’una giornata. Si inizia con “Un nuovo giorno o un giorno nuovo”, un canto elementare ed aggregante col quale il dilemma espresso dal titolo e sviscerato nel testo si stempera nella fiducia e nella speranza. La tensione sale già col facile pop-rock de “L’amico e domani”, cronaca d’uno sradicamento e della mestizia di chi “in ogni angolo vissuto lascia una spina di nostalgia”.

E la musica s’adegua, rovesciandosi struggente per i quattro minuti scarsi del pezzo, sino alla quieta accettazione dell’ineluttabile, senza enfasi. Enfasi che straborda talvolta in certi tratti di “Uomini persi”,  lenta liturgia in minore dominata dal pianoforte, celebrazione degli ultimi del mondo con attestazioni che non rinunciano a cime d’amara poesia: "anche quei pazzi che hanno sparato alle persone hanno pensato che i morti li coprissero perché non prendessero freddo e il sonno fosse lieve"...

 

Il piano domina anche l’eccellente title track, “La vita è adesso”, caratterizzata da un riff soffice come la neve a Natale, da un abile crescendo finale e incoraggiamenti a go-go, una sorta di "Hey jude" di Montesacro; però la canzone è bella, e la paterna ruffianeria di Claudione nostro disturba poco. Meno significativa la seguente: "Tutto il calcio minuto per minuto", cronache popolari in sordina, istantanee di vita da Testaccio piuttosto che Quarto Oggiaro, cesellate in una melodia sorprendentemente piuttosto dimenticabile.

 

La sorpresa del rock veloce di "Andiamo a casa" apre il lato B con veemenza, il rapporto a due torna in primo piano, forte e ruspante, con battibecchi e vendette assortite "se il tuo cuore avesse le finestre
io potrei saltarci dentro e farti trovare tutto a pezzi al tuo rientro..."  e gli eterni propositi di riconciliazione: "Andiamo via presto in fondo al silenzio per dirci ora le cose mai dette", insomma un Baglioni classico ma che spinge almeno l'acceleratore su chitarra basso e batteria. Melodia estrema è invece "Amori in corso", che è tutto quanto promette nel titolo e ancor di più, una sorta di rielaborazione della maglietta fina tredici anni dopo. Ma l'analisi dei primi batticuori fatto con l'occhio clinico da padre rimuove opportunamente la melassa in eccesso e consegna all'ascolto un'onesta, limpida canzone d'amore. Cambia ancora il clima (andiamo verso la sera) con "Adesso la pubblicità", ritorna il Baglioni rocker per un'efficace riedizione de "Ragazza di campagna", che stavolta analizza con occhi lucidi e mente fredda lo squallore della propria esistenza "Tuo padre mani da operaio a vita che ride e gli si spacca il viso impallidito di tivù", con la batteria elettronica che morde i momenti più grigi e ti fa pentir quasi d'esser nato: "Tu fretta di vivere qualcosa - E ogni cosa è già un ricordo liso'". Non resta che la fuga, ed ecco pronto "Un treno per dove", disseminata di tocchi gentili di tastierine rythn'n'blues a spingere la locomotiva, basta che si vada verso (ovviamente) un mondo ideale "Un posto dove non ci sono vecchi soli che amavano molto la moglie"  descritto magari a colpi di licenze poetica "e tengono i nipoti in un portafoglio" di foto ciancicate"..perchè malgrado lo ska e i toni intriganti, non sempre è facile scrollarsi del tutto da dosso la dose quotidiana d'italica retorica.

 

La chiusura è meditativa, e spetta alla pacata “Notte di note note di notte”, una sorta di sigla finale che certifica che tutto nel mondo inquieto resta in sostanza com’era, senza lesinare ovvi auguri d’ogni bene e quant’altro; a progredire è tuttavia la ricerca tecnico artistica del cantautore, che anche in quest’ultimo brano non rinuncia a tessiture musicali articolate e talvolta ardite, una ricerca coraggiosa, visto l’ambito nel quale Baglioni si muoveva sino a qualche album prima, e che toccherà livelli ancora superiori nel successivo “Oltre”.

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Alfonso Gariboldi

Poesie, racconti, recensioni: la caleidoscopica  proposta di Alfonso Gariboldi per AMA music si traduce in una acuta retrospetiva che indaga vizi e virtù degli album che hanno fatto la storia della musica. Ogni sua recensione è arricchita da un collegamento storico, un aneddoto, una riflessione sagace che contribuisce a delineare lo stile irreprensibile e irriverente della rivista.

Per ulteriori informazioni circa l'attività letteraria di Alfonso rimandiamo al suo sito personale www.alfonsogariboldi.it

Sito web: www.alfonsogariboldi.it

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