L'opera consta di quindici tracce, spesso costellate da quieta introspezione psicologica: ne è un esempio la opener: "Al di la degli ombrelli", che ci immerge subito in atmosfere eteree, nel dialogo tra voce e tastiere, con rimandi al maestro Battiato "Una cupola spermatozoica riposa in pace con monotonia", e tocchi d'immaterialismo "Questi presagi ci attraggono da sempre...". Ombrelli forse come insane barriere mentali, da superare in nome della vera libertà...prima del risveglio della ritmica sul finale. La giostra impazzita di "Corrente elettrica e papaveri" è invece spruzzata di elettricità, con duetti di chitarra e batteria che rispolverano intermittenti rabbie recondite: ("ritorno agli albori in cui gemevo").
I ricami gentili del piano di "In aria per sempre" aggiungono un tocco di autunnale decadenza, dove il nostro rivolge un appassionato appello alla sera dei tempi ("Cercami presto notte mia, spero in te.."). Tematiche in fondo collegabili a quelle sviscerate nella successiva "Le favole dello spavento": acquiescenza consapevole di maturità che si riveste di rock distorto per annunciare che "Non serve gelare la morte, serve gelare il dolore". Distorsioni che attraversano l'intero tragico quadro di "Nero arcobaleno", il brano più breve, movimentato ed apocalittico. Ed anche il rock di strada di "Prato al terzo piano" conduce a sua volta ad oracoli inquietanti: "Respireremo una volta al giorno e per il resto danzeremo..."
Non mancano tranquille oasi pop ("Legni bruciati", che vanta l'immediatezza da singolo nel ritornello), e cantilene ammalianti, ("Esternazione delle ombre", con la dovuta alzata d'ottava al termine). Ritmiche irregolari rivestono "Ho camminato su un aquilone", dove "il cielo s'espande ma non quanto me"; il pezzo varia repentinamente tra venature afro ed improvvise agitazioni funky ed è forse uno dei più rappresentativi della raccolta.
E ancora accenni di ska in "Sistema venoso", si balla mentre "La fantascienza va giù per il collo, per le vene..". La chiusura de “Il profumo dei fiori secchi”, è affidato all’ipnotica “Quel camino emette sinfonie”, una conclusione in linea con l'anima ermetica dell'intero lavoro: "mi sfidavo a colpi di tango senza toccare terra è come andare al mare e vedere quel camino che emette sinfonie".
E a tal proposito, è probabilmente ancora eccessivo in questo disco il tributo che Davide paga all'impenetrabilità battiatesca, specialmente del periodo metà-fine anni settanta. In "Armonia irreversibile, il nostro annuncia che:"l'entropia universale è un'armonia irreversibile", a coronamento d'un brano per altro piacevole, con quel refrain ricoperto da un'avvolgente chitarra solista. L'insegnamento dell'artista siciliano è ulteriormente palese in "Ricordi occulti", oppure nelle strisce iridescenti di "Soli tra i fiori", dove Matrisciano dichiara ufficialmente che "Siamo eletti unanimemente da ioni secondari". A proposito di fonti di ispirazione, nella slide trasognata di "Guarda su" pare di cogliere echi del fiabesco progressive delle Orme di "Uomo di pezza". ("Favellavi il verbo del pianto - e ci giocavi col tuo fanciullino"), Molti stacchi ed interventi parlati ripropongono la sagoma ingombrante di Morgan nei Bluvertigo.
Oltre all'inevitabile assimilare, al far proprio l'insegnamento del passato, il giovane Matrisciano potrebbe lavorare maggiormente su sè stesso e la propria personalità, magari anche tramite la rinuncia a certe cripticità dei messaggi che si dipanano compiaciuti per l'intera durata dell'album. Musicalmente invece il menu è variegato e spesso efficace; pur non scrollandosi del tutto di dosso la matrice ambient che aveva caratterizzato il lavoro precedente, la strada intrapresa con "Il profumo dei fiori secchi" è quella di un respiro melodico/armonico più ampio e completo. Il giovane musicista spazia con autorevolezza tra sequenze d’accordi originali e accattivanti, indugiando volentieri su dissonanze anche ardite, sintomi di una ricerca accurata e avanzata. E' una crescita evidente, che tuttavia dovrebbe anche passare attraverso la creazione di uno stile via via più personale e sentito.