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SENZA MUSICA LA VITA SAREBBE UN ERRORE Friedrich Nietzsche

Domenica Ottobre 01, 2023
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Al via la quindicesima edizione della rassegna “Dialoghi: jazz per due” che come ogni anno si fregia della splendida cornice storica della ex chiesa di Santa Maria Gualtieri.

Un traguardo (e un riconoscimento) quanto mai rilevante, specialmente se rapportato al periodo di profonda crisi che stiamo vivendo in questi ultimi anni e che ha penalizzato in maniera pesante il settore dello spettacolo. Per tre lustri la manifestazione pavese ha proposto una pratica originale e avventurosa come quella del confronto a due, solo all'apparenza limitante, votata ad una totale libertà espressiva, senza pregiudizi. Una vetrina che dal 1999 ad oggi ha visto sfilare alcuni dei nomi più influenti del panorama jazzistico contemporaneo in inedite combinazioni strumentali.

 

Quest'anno il compito di aprire il ciclo di concerti spetta alla rodata coppia Falzone/Bearzatti che,  come consuetudine della kermesse, non ha mancato di elargire una sana dose di imprevedibilità ludica. Già collaboratori su altri fronti (il Tinissima Quartet in primis), il trombettista siciliano e il sassofonista friulano hanno consolidato la loro fama con progetti originali, contraddistinti da un fervente polimorfismo attraverso cui i molteplici gusti musicali (classica, jazz, rock) si fondono in un melting pot dal taglio contemporaneo.

 

I due musicisti hanno presentato una serie di brani provenienti dal loro nuovo progetto congiunto “Invenzioni a due voci”, ispirato al celebre ciclo di composizioni a firma Bach (a dimostrazione di quanto le sue idee siano ancora attuali). Un corpus di partiture originali uscite dalla penna di Falzone (eccettuate le reinvenzioni estemporanee di due standard nel finale), che ha prodotto un excursus dinamico fra dediche colte (Scarlatti), con il brano “K 87” a linee tematiche sovrapposte, omaggi dal titolo impronunciabile alla culla del jazz New Orleans, con Bearzatti impegnato al clarinetto, swing contrappuntistici immersi in echi mainstream (Astor Place) o caratterizzati da rallentamenti blues (Open Gate).

 

Incursioni free delineano la programmatica “Free Song”, anche qui con le sortite al clarinetto di Bearzatti, mentre l'intensità lirica di “White Light” rimanda al Nino Rota di Felliniana memoria. Gli spunti tematici di origine melodica vengono abbandonati per addentrarsi in territori astratti, per poi essere ripresi, ritrovati, in un viaggio senza confini da Bach a Scarlatti, dal jazz tradizionale di New Orleans a quello contemporaneo filtrato da innumerevoli influenze. Un ciclo perpetuo fra scrittura e improvvisazione.

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