Quando Ted Neeley morì e resuscitò per la prima volta, artisticamente parlando, aveva meno di trent'anni, e forse non si rendeva nemmeno conto che lui, Yvonne Elliman, Carl Anderson e tutti gli altri, cantando in abiti hippy su melodie rock composte da un semisconosciuto poco più che ventenne di nome Andrew Lloyd Webber, stavano dando vita a uno degli eventi che avrebbe cambiato per sempre la storia del musical, se non la rappresentazione di Gesù nell'immaginario collettivo.
Diciamo le cose come stanno: la Gioconda non è certo il migliore dei pezzi esposti al Louvre. Ha una storia interessante, cela enigmi irrisolvibili, ma nello stesso edificio credo si possa trovare di meglio. Eppure in nessun’altra sala del museo, davanti a nessun’altra opera c'è la stessa ressa, lo stesso numero di turisti (con nutritissima rappresentanza di giapponesi) che sgomitano per farsi fotografare davanti a un quadro che hanno già visto milioni di volte stampato su libri e giornali. Perché?
So che sulle pagine di AMAmusic siete abituati ad altre recensioni, concerti rock, pop, jazz, magari anche opera, ma si dà il caso che per un po' di tempo vivrò a Londra, uno dei poli mondiali di un genere che adoro, il musical, dunque mi sono chiesto: «perché non azzardare qualche recensione?». Ovviamente la mia risposta è stata «perché no?», in fondo anche cercando sul web è molto più difficile reperire informazioni su questo tipo di spettacolo, soprattutto sulle novità, che non sul concerto della rock star di turno, perciò eccomi qua.
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