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Giovedì, 31 Gennaio 2013 14:33

Hobo Ramblin' // Baton Rouge

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It's only Delta blues (ma mi piace!)

Siete stanchi dei ritmi frenetici? Siete stressati? Nervosi, negativi, aggressivi? Allora il rimedio che fa per voi sono le dici pillole contenute in Hobo Ramblin’. Non vi sto proponendo psicofarmaci o improbabili rimedi ayurvedici, ma un distensivo ritorno alle origini attraverso il Mississippi Delta blues dei Baton Rouge.
Non servono che una manciata di secondi di ascolto per staccare la spina e ritrovarsi seduti sulla carrozza di legno di un treno merci diretto a Menphis. Il sole è al tramonto e un sound caldo e coinvolgente fa da sfondo al nostro viaggio.

La chitarra traccia l’incipit di Drop Down Mama, omaggio a S. John Estes, un attimo dopo l’armonica di Stefano Giacon e il mandolino affidato al tocco sapiente di Davide Speranza entrano a pieno regime.
Lean On You, composizione originale di Mario Bartilucci, sembra strizzare l’occhio all’ascoltatore con un riff orecchiabile e rilassante, mentre il timbro suadente di Elena Zoia sostiene il lead vocalist nei tratti salienti del brano.
E’ quindi il momento di un’altra cover, Born In A Biscayne di Spencer Bohren, brano scandito e sostenuto dalla chitarra ostinata di Marco Riganti, mentre Mario Bartilucci alterna strofe cantate ad assoli bottleneck.

Lo dicono loro stessi, “è semplicemente Mississippi Delta blues”, non ci sono sorprese né stravaganze: i Baton Rouge sono sempre in grado di darci esattamente ciò che ci aspettiamo; quindi ecco altre due composizioni originali di Bartilucci, You Gonna Miss Me, in cui sembra riecheggiare la stoniana The Spider And The Fly e Guidin’ Hand, perfettamente conformi ai canoni del genere.

Nel cuore dell’album non poteva certo mancare un brano di Robert Johnson: per rendere omaggio al padre del blues i Baton Rouge scelgono Crossroads Blues. Segue la title track Hobo Ramblin’, in cui un intro con arpeggio di chitarra e bottleneck prepara l’ingresso della voce, mentre l’armonica in crescendo culmina in un articolato e struggente assolo.
Cambio di rotta ed ecco la gridata Mistery Train (Parker /Phillips), cavallo di battaglia di sicuro impatto che la band sfodera puntualmente durante le frequenti esibizioni live. Altre due cover, il classico Brownsville Blues e Done Somebody Wrong di Elmore James, prima dell’ultimo brano originale dell’album, Wheep And Moan Blues, ancora a firma Bartilucci.

La chiusura di Hobo Ramblin’ è embleticamente affidata ad Aberdeen Missisipi Blues di Bukka White; più tradizionale di così si muore. Le ultime note bottleneck ci lasciano in sospeso, nulla è cambiato, nulla è stato affermato, ma il contenuto spirituale di questa musica è ancora vivo e pronto ad essere scoperto e riscoperto.
L’appuntamento è quindi al prossimo concerto dei Baton Rouge (data la loro intensa attività live, non vi sarà difficile imbattervi in una loro performance) momento in cui il trio riesce ad esprimersi al meglio, a trasmettere con maggior intensità e spontaneità le emozioni autentiche, proprie di questo genere musicale; impossibile non rimanerne affascinati.

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Martina Bernareggi

Durante gli anni dell'università inizia a lavorare presso una testata locale continuando l'attività giornalistica in ambito musicale e  sportivo come freelance.
Iscritta all'ordine dal 2007 crea il progetto AMA music per dar voce alle realtà locali o parlare dei grandi nomi con il gusto e l'approfondimento che difficilmente si trovano nel web.

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