Assegnare un'etichetta risulta spesso cosa poco simpatica, specialmente in ambito musicale, dove ogni artista vorrebbe esprimere la propria creatività in modo del tutto peculiare. Ma se il paragone è con Sonny Rollins, forse non ce ne vorrà Tony Formichella, storico sassofonista italiano giunto a coronare 45 anni di rimarchevole carriera con il suo primo album.
Se anche il suo nome risultasse sconosciuto ai più, non è sicuramente lo stesso per le note che da decenni fluiscono dal suo strumento: jazzista d'avanguardia negli anni 70, ha lasciato il segno in Stati Uniti e Sud America, dove ha suonato a capo di varie big band, oltre a vantare una lunga serie di collaborazioni con artisti di rilievo della scena pop anni 70 e 80 (suo è l'assolo contenuto nel brano Il cielo è sempre più blu di Rino Gaetano) e partecipazioni in ambito televisivo e cinematografico (la colonna sonora di Maledetto il giorno che ti ho incontrato di Carlo Verdone porta la sua firma).
Ad affiancare Formichella nella realizzazione di Not Too Long Ago, (pubblicato Point Of View Records) il progetto Base One e una serie di importanti collaborazioni: ricordiamo Harold Bradley, fondatore del Folkstudio, Henry Cook, vincitore di due Grammy in ambito jazz, Enrico Ciacci, chitarrista di fama internazionale, Massimo Pirone, abitué al Blue Note di New York.
E' probabilmente la pluriennale esperienza di Formichella a permettere un connubio ben riuscito tra un'arte spesso preclusa ai non addetti ai lavori e un groove più popolare senza che nessuna delle due parti ne soffra. Un assolo di batteria introduce la prima traccia, Africa, in cui il sax si presenta con un riff e si lascia andare in una fluida improvvisazione, spezzata solo da un'inaspettata incursione di flauto. Note blu sono disseminate lungo tutto il percorso e gli stessi titoli delle tracce ne sono testimonianza; è così che ci imbattiamo in Perverso Blues, in cui è la chitarra ad affiancare il sax di Formichella nel ruolo di protagonista, in Blue Blues, unico brano cantato dell'album, in Blue Melody, una melodia accarezzata dalle spazzole che sembra sfiorata dai raggi di una luna piena, ed infine Soul Blues che arriva come uno schiaffo in totale contrasto con il brano precedente con la più classica e secca introduzione grancassa-rullante e un tirato e canonico 4/4 quasi grossolano.
Con Not Too Long Ago Tony Formichella ci fornisce dunque un assaggio di quella che è stata la sua lunga carriera, l'amore per il jazz, il blues, il soul, il funky e gli anni 70 (Shatto ne è un esempio calzante) riuscendo a condire il tutto con sottili arrangiamenti dettati dall'esperienza; un album che, più di un debutto, è una consacrazione di suoni già vissuti che hanno meritato un nome.