JOVANOTTILuogo: The Hub, Toronto
|
|
Tra la folla che riempie il grande spazio di The Hub, un prato nel cuore di Toronto su cui si affacciano le migliaia di finestre dei grattacieli, sono in molti a parlare la lingua di Jovanotti, a conoscere parola per parola i testi delle sue canzoni: gente che studia, lavora, vive in città e qualche turista di passaggio. Ma sono anche molti quelli che l’italiano non lo capiscono e, tra un verso e l’altro, chiedono agli amici di tradurre in tempo reale le parole del rapper toscano.
Operazione resa possibile dal volume estremamente (e esageramente) contenuto della musica: «Quando a casa mia non voglio dirturbare i vicini tengo lo stereo più alto» ironizza Jovanotti. Ma di confidenziale non c’è solo il volume: tutta la serata prende una piega amichevole e informale, che permette al rapper di scendere dal palco per cantare e ballare tra la gente. «Sembra una festa in famiglia» afferma un volta tornato sul palcoscenico.
Questo clima sereno e festoso, la calorosa accoglienza in una città lontana, sembra galvanizzare Jovanotti che offre al pubblico un’esibizione sgargiante; a volte sembrano sopresi persino i suoi stessi musicisti che sorridono divertiti alle sue imprevedibili trovate.
Le danze si scatenano fin dai primi brani sui passi di Battiti di ali di farfalla o sui frenetici ritmi jungle di Safari per poi rallentare sui versi romantici di Tutto l’amore che ho, introdotta da alcune parole di Jovanotti che si dice affascinato dalla bellezza di Toronto e dalle diverse storie che hanno permesso alla città di esistere. Quindi, un intro di pianoforte segna l’inizio di una versione reggae di Serenata rap seguita da altri due brani tratti dallo stesso fortunato Lorenzo 1994: Piove e Penso positivo che, dopo un assolo incrociato dei percussionisti, si lascia andare a divagazioni psichedeliche tra synth e basso effettato, pronto a dare il la della successiva (Tanto)³.
Immancabile in un paese anglofono l’ironica (e autoironica) Come Parli L'italiano, in cui affiorano qua e là modulazioni da crooner e tentativi tenorili. La melodia si rende per la prima volta protagonista sulle note di Per te, eseguita in duo piano voce, seguita a ruota da un’imprevista Mi fido di te.
Sempre più scatenato, Jovanotti si lascia andare a passi di danza sugli arrangiamenti flamenco di Bella e si concede un bagno di folla durante l’Omblico del mondo, per concludere lo spettacolo con Muoviti muoviti. Il bis è, su richiesta del pubblico, la bellissima La gente della notte, che il cantautore esegue accompagnandosi con la chitarra, prima di scivolare, nel finale, sul celeberrimo ritornello non-sense di Walk On The Wild Side, trasformato per l’occasione in «To to-ro to-ron to to to to»: a giudicare dalle espressioni e dai commenti divertiti del pubblico, se in Canada conoscessero il significato della parola "tormentone", sarebbe immancabilmente diventato quello dell’estate.
ERROR_SERVER_RESPONSE_301