La musica filtra dai locali gremiti che si affacciano sulla via centrale, musica è nelle vetrine, nei cortili, negli sguardi delle persone che da tutto il mondo arrivano nella piccola città sulle sponde del Lago Maggiore per godersi l’atmosfera unica e suggestiva del festival ticinese.
La serata si accende alle otto, quando sui cinque palcoscenici dislocati sul lungolago iniziano a comparire i musicisti. Sul primo Stage, l’Intenational Hot Jazz Quintet intrattiene il pubblico con il suo swing raffinato, naturalmente esaltato dalla luna piena che splende alle loro spalle.
Poco più avanti un gruppo di ascoltatori è alle prese con la voce calda di Vali Mayerche che, con il suo New Haen’s Che Weiss Ensamble, omaggia la tradizione gipsy sulle orme di Django Reinhard.
Verso le undici, continuare la passeggiata sul lungolago è reso difficile dall’accalcarsi del pubblico attorno al palco centrale dove un’esplosiva Gunhild Carling sta dispensando energia allo stato puro dalla campana del suo trombone.
Vincitrice del premio My Choice 2012, la platinatissima polistrumentista e vocalist svedese, con un fiore tra i capelli e l’ottone tra le mani, ha un naturale potere magnetico su chiunque si trovi nei pressi dello Stage Debarcadero.
Quando Gunhild lascia il trombone è solo per brandire una tromba, una cornamusa o swingare con la sicurezza e la padronanza vocale di chi la musica l’ha masticata dalla nascita. Merito probabilmente della sua famiglia funambolesca, con lei sui palcoscenici di tutto il mondo, capace di smuovere, divertire e far danzare anche il più restio tra gli ascoltatori.
Dopo una piramide umana, un siparietto comico del batterista Ulf Carling e il brano nonsense composto dalla famiglia «durante il viaggio in treno verso Ascona» rivela Gunhild, l’ensamble scende dal palcoscenico e, strumenti alla mano, conclude la performance con una passerella musicale, un carosello tra la folla che abbatte definitivamente la distanza tra audience e artista.
Uno dei pregi delle direzione artistica del festival è sicuramente la volontà di differenziare e la ricercatezza nella scelta della line-up. E’ così che l’offerta musicale spazia tra i generi, e il pubblico può decidere di godersi l’esibizione di James Andrews, special guest della band Skipper-Just-Frost, piuttosto che tornare al primo palco, dove l’esuberante Shannon Powell sta intrattenendo il pubblico assieme ai suoi New Orleans All Stars o spostarsi nel più ampio spazio del Jazz Club Torre per un tributo a Ray Charles ad opera di Uros “Perry” Perich con la UJO Orchestra & The Divettes.
Quando si spengono le luci dei palcoscenici la serata è ancora giovane ed è pronta a trasformarsi grazie all’anima più randagia del jazz, quella dell’improvvisazione e delle jam, trasferendosi nei locali di Ascona, dove ciascun musicista regala al pubblico la propria musica.
Gli avventori dei locali, tra una birra bevuta e una offerta ai musicisti, non possono fare altro che lasciarsi inebriare da un’atmosfera unica, vibrante e irripetibile.