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Giovedì Marzo 28, 2024
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Categoria principale: concerti

Paul McCartney band on the run tour Milano

Paul McCartney

Luogo: Mediolanum Forum, Assago (MI)
Data: 27 novembre 2011
Evento: Band On The Run Tour 2011
Voto: 10


Paul McCartney - voce/chitarra/basso/mandolino/ukulele/pianoforte  |  Rusty Anderson - chitarra |  Brian Ray - basso / chitarra |  Paul "Wix" Wickens - tastiere | Abe Laboriel Jr  - batteria


Erano passate quasi tre ore e tutti sul palco iniziavano a dare segni di cedimento: gli occhi di Rusty Anderson erano sempre più infossati, Abe Laboriel Jr aveva donato alla spettacolo anche l’ultima goccia di sudore, ma lui, Paul McCartney, continuava a mantenere l’aplomb di un baronetto invitato a Buckingham Palace nell’ora del te. Tra le sue mani è passata almeno una mezza dozzina di strumenti musicali e su ciascuno il suo tocco è stato pressoché impeccabile. Toglieva il fiato sentirlo intonare, solo sul palco con la sua acustica, Blackbird o Yesterday, con quel timbro limpido dall’intonazione innata e totalmente incurante del tempo che passa.

Sono le nove spaccate e McCartney saluta il pubblico del Mediolanum Forum con Hello, Goodby dichiarando, basso Höfner alla mano, l’impronta beatlesiana che avrà la serata; servono per questo musicisti parecchio ferrati con cori e doppie voci, come risulta chiaro fin dalle prime note di All My Loving, introdotta da qualche parola in italiano dell’ex Beatle.

Dopo Jat, McCarney abbandona la giacca nera profilata in rosso per restare avvolto nel bianco della sua camicia, spezzato solo dalle linee sottilissime delle bretelle. All’esplosiva Drive My Car segue un estratto dell’ultimo album firmato Fireman e The Night Before, suonata per la prima volta in Italia.

Per il riff graffiante di Let Me Roll It (Wings) McCartney affida a Brian Ray l’accompagnamento al basso e impugna la chitarra elettrica che sostituirà nel brano successivo con quella utilizzata per la registrazione originale di Paperback Writer: canti, controcanti su un ritmo serrato mettono a dura prova i musicisti che tuttavia non sbagliano un colpo. Il “THANKS” scritto con lo scotch sul retro della chitarra che a fine canzone Rusty Anderson esibisce al pubblico sembra voler dire: «Ce l’abbiamo fatta».

Quasi per dare tregua alla sua band, Paul siede al pianoforte e attacca senza esitazione la struggente The Long And Winding Road, seguita da Nineteen Hundred and Eighty-Five («per i fan dei Wings» - dice) e Baby I’m Amazed, facendo sfoggio di un’estensione vocale incredibile. Tra un brano e l’altro c’è spazio per alcuni micro-siparietti intrisi di brit humor allo stato puro e qualche accenno alla canzone italiana: Piove (Ciao Ciao Bambina) di Modugno mentre saluta gli spalti più lontani e O sole mio quando sotto le sue dita passano le otto corde di un mandolino.

Torna quindi all'acustica e, con un tocco invidiabile e la quasi perfezione esecutiva, Paul McCartney intona I Will, poi ricorda le lotte per i diritti civili vissute in prima persona negli anni ‘60 con Blackbird (peccato che migliaia di battiti di mani non abbiano compreso la solennità del momento) ed infine dedica (in italiano) Here Today al suo amico John.

La scanzonata Everybody’s Gonna Dance Tonigth mette fine al momento più toccante dello spettacolo, complice un balletto irridente del gigante Abe Laboriel Jr che, mentre tiene il tempo con la grancassa, agita le braccia in stile “Saturdaynight Fever” conquistandosi l’applauso divertito dei 12 mila del Forum prima di sostenere l’impegnativa backingvoice di Eleanor Rigby.

Da polistrumentista irriducibile, Macca fa l’omaggio più bello all’amico George Harrison, accompagnando con l’ukulele le prime strofe di Something «perchè - spiega - è così che molti anni fa l’avevamo suonata assieme e così ora la voglio suonare per voi». Quando la chitarra elettrica fa breccia nel brano e il riff si accompagna alle immagini in bianco e nero di Harrison, le vibrazioni in fondo allo stomaco non sono dovute al volume dell’impianto...

Ecco quindi Band On The run, Ob-la-di, Ob-la-da e una propulsiva Back in USSR, sostenuta da una combinazione di immagini e luci che fino a questo momento non era stata all’altezza dello show; McCartney può permettersi variazioni sul tema originale sfiorando note dell’ottava superiore.

C’è ancora spazio per I’ve Got A Feeling e il medley A Day In The Life /Give Peace a Chance prima del gran finale al pianoforte: tra Let it Be e Hey Jude esplode Live And Let Die con giochi pirotecnici e musicisti scatenati per il palcoscenico.

Rientrando per il bis, McCartney e la sua strepitosa band sfoderano il tris All You Need Is Love - Day Tripper - Get Back e, al secondo richiamo del pubblico, dopo una Yesterday da pelle d’oca, l’attacco inconfondibile è quello di Helter Skelter. Paul McCartney chiude il concerto al pianoforte, parlando con il suo pubblico: è lucido, composto, la voce identica all’inizio del concerto (e a trent’anni fa).

Chiunque abbia pensato «meglio andare questa volta a vederlo perchè non so quante occasioni avrò ancora per farlo», di fronte ad un talento del genere e a quel perfetto stato di conservazione, dovrà necessariamente ricredersi.

Leggi "Sotto il palco" di Marco Signorelli


 

SCALETTA

 

Hello, Goodbye (Beatles)
Junior’s Farm (Wings)
All My Loving (Beatles)
Jet (Wings)
Drive My Car (Beatles)
Sing the Changes (Fireman)
The Night Before (Beatles)
Let Me Roll It (Wings)
Paperback Writer (Beatles)
The Long and Winding Road (Beatles)
Come and Get It
Nineteen Hundred and Eighty-Five (Wings)
Maybe I’m Amazed
I’ve Just Seen a Face (Beatles)
I Will (Beatles)
Blackbird (Beatles)
Here Today
Dance Tonight
Mrs Vandebilt (Wings)
Eleanor Rigby (Beatles)
Something (Beatles)
Band on the Run (Wings)
Ob-La-Di, Ob-La-Da (Beatles)
Back in the U.S.S.R. (Beatles)
I’ve Got A Feeling (Beatles)
A Day in the Life / Give Peace A Chance (Beatles)
Let It Be (Beatles)
Live and Let Die (Wings)
Hey Jude (Beatles)

All You Need Is Love/She Loves You (Beatles)
Day Tripper (Beatles)
Get Back (Beatles)

Yesterday (Beatles)
Helter Skelter (Beatles)
Golden Slumbers / Carry That Weight / The End (Beatles)

 

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