Per importanza di contenuti ed oceanico consenso di pubblico, la settima fatica di Springsteen, Born In The USA, rappresenta, come Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band, Never Mind The Bullocks e pochi altri, più che un disco, un manifesto, lo specchio e la memoria di una generazione.
Il (doppio) fondo del barile
Il problema di Springsteen, è ormai assodato, è il non sapersi rinnovare in modo originale. Non lo aiuta certo il fatto che rappresenti ormai l’icona del Sogno Americano, sia esso quello da ricostruire post-11 settembre (The Rising) che quello da riportare in alto con Obama (Working On A Dream).
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